
Isack Hadjar, oltre i limiti della F1 La mission di HUGO Eyewear e Visa Cash App Racing Bulls Formula One Team
Come possiamo intendere l'F1core? Esisterà mai uno stile sartoriale che possa esprimere l'estetica di questo sport anche al di fuori del circuito? Qualunque forma prenderà questo movimento nel corso dei prossimi anni, la cosa certa è che non possiamo immaginarci un pilota di Formula 1 senza occhiali di sole. È un'eredità degli anni '70 che ritroviamo facilmente anche oggi all'interno del paddock grazie all'impatto di HUGO Eyewear.
La partnership con il Visa Cash App Racing Bulls Formula One Team ha aggiunto un tocco di coolness al paddock. Merito di linee e collezioni caratterizzate da uno stile raffinato ma mai noioso, innovazione che va di pari passo con il carattere di colori e forme perfettamente inserite in quello che ad oggi è uno dei contesti più eleganti del mondo dello sport.
L'incontro tra HUGO Eyewear e VCARB rappresenta poi un incrocio di visioni di comuni, ovvero l'idea di allargare sempre i propri confini. Come ci ha confermato Isack Hadjar, pilota ufficiale della scuderia, che abbiamo intervistato alla vigilia del Gran Premio del Brasile.
Cosa si prova a camminare per il paddock indossando HUGO? E cosa rappresenta questa partnership per te?
"Mi sento sicuro quando cammino per il paddock indossando HUGO perché dà una sensazione di potere. Ho sempre nuovi outfit HUGO per ogni weekend di gara, il che è davvero fantastico, e questo mi permette di affermare il mio stile personale e di differenziare gli outfit in base al Paese in cui corriamo. Questa partnership rappresenta una mentalità condivisa: ci permette di superare i limiti, cosa che si allinea perfettamente con il modo in cui ho sempre affrontato la mia carriera e il mio percorso attuale in F1".
Come descriveresti il tuo stile?
"Mi piace avere uno stile smart-casual. Sono sempre stato abbastanza legato alle mie radici e non ho mai avuto uno stile troppo appariscente, perché non penso mi si addica, per via della mia educazione e del posto da cui provengo."
Che tipo di occhiali preferisci? Sei più un tipo classico o cerchi qualcosa di innovativo?
"Gli occhiali da sole completano il mio look e aggiungono quel tocco finale al mio stile. Sono molto esigente nella scelta degli occhiali perché ho una testa dalla forma piccola, quindi voglio essere sicuro che il tipo di occhiali che scelgo si adatti bene! Sento che HUGO Eyewear offre una vasta gamma di modelli differenti, il che è ottimo e mi aiuta in questo."
Porti occhiali da sole sulla griglia prima di una gara oppure interferiscono con il tuo rituale pre-gara?
"Da pilota ho sempre avuto i miei rituali e le mie routine fin da quando correvo nei kart da piccolo, e non sono cambiate molto. Mi piacciono molto gli occhiali da sole, ma non sono abituato a indossarli sulla griglia."
La moda è un modo per esprimere la tua personalità?
"Sì, penso che la moda sia sicuramente un modo per esprimere la mia personalità. Inoltre la sento come un bellissimo modo per mostrare da dove vengo; mi aiuta a sentirmi legato alle mie radici e a mostrare il mio background. Sono una persona molto semplice e mi piace restare umile; perciò penso sia importante sapere come apparire bene quando conta, ma allo stesso tempo mi piace tenere un profilo basso."
Pensi che la moda abbia preso il sopravvento nella F1?
"Penso che con Lewis Hamilton l'impatto della moda in F1 sia cresciuto molto. Per me resta comunque uno sport in cui ciò che accade in pista resta chiaramente la parte principale, è il fulcro. Ma la moda fa parte dello sport ed ora è così ben integrata, il che è bello e importante. Trovo molto interessante vedere tutti i piloti di F1 arrivare in pista con outfit diversi."
Come descriveresti il tuo compagno di squadra Liam Lawson in una parola?
"Kiwi."
Hai ottenuto il tuo primo podio a Zandvoort lo scorso agosto, arrivando terzo. Portaci indietro a quel momento e descrivi cosa hai provato.
"È stata probabilmente la giornata migliore dell'anno finora, una giornata che ovviamente vorrei ripetere. Ho provato molte emozioni negli ultimi giri prima di tagliare il traguardo perché sapevo che il podio era alla mia portata, e non volevo che quei giri finissero. Quando ho tagliato il traguardo ho pensato a quanto fossero felici la mia squadra e le persone a me care. È stata una sensazione fantastica."
Ultima curiosità: quando stai correndo e devi frenare prima di una curva, pensi in metri o in secondi? Raccontaci un po' di questo processo.
"Non penso in termini di tempo o distanza, è più una sensazione che ho di cosa la macchina mi sta dicendo di fare. È qualcosa che sento dai sei anni, quando facevo kart. Alla fine usi l'istinto, perché conosci perfettamente la tua macchina e la sua capacità di frenata, quindi direi che è più una sensazione quando vedi avvicinarsi la curva."























































