Milano Cortina 2026, la rivoluzione tecnologica nella preparazione degli atleti Nasce il Team Samsung Galaxy, l'incontro tra sport e innovazione

Manca sempre meno ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026. L’Italia e il mondo intero si preparano a vivere uno degli eventi sportivi più attesi, mentre cresce l’entusiasmo tra i tifosi e gli atleti affinano gli ultimi dettagli della loro preparazione in vista del momento più importante della loro carriera. In questa fase, ogni particolare può fare la differenza e dove non arriva la forza umana, entra in gioco la tecnologia.

In questo spirito, Samsung Electronics Italia, partner olimpico e paralimpico globale, presenta il Team Samsung Galaxy, una squadra composta da 40 atleti azzurri che rappresentano l’incontro tra sport e innovazione, un vero e proprio ponte emozionale tra passione e tecnologia. Con il Team Samsung Galaxy, l’azienda non si limita a offrire sostegno, ma propone una visione in cui l’innovazione diventa strumento, alleato e fonte d’ispirazione per gli sportivi e per il pubblico.

Le tecnologie Galaxy si fanno mezzo per abbattere distanze, condividere storie di dedizione e costruire comunità, dando voce agli atleti in ogni fase del loro percorso olimpico. Tra i protagonisti del team figurano Dominik Paris, Elena Curtoni, Giacomo Bertagnolli, Giorgia Collomb e Jole Galli, che a meno di tre mesi dall’inizio dei Giochi hanno raccontato le loro emozioni e aspettative in vista della grande avventura di Milano Cortina 2026.

Manca sempre meno all'inizio di Milano Cortina 2026. Quali sono le tue aspettative?

Dominik Paris: "Le mie aspettative non cambiano: punto sempre a essere il più veloce in pista. È fondamentale partire con il piede giusto per acquisire fiducia, e il mio obiettivo è raggiungere la migliore condizione possibile a febbraio, in vista di Milano Cortina".

Elena Curtoni: "Le mie non sono semplici aspettative per Milano Cortina: sono obiettivi, sogni, motivazioni. Voglio arrivare a queste Olimpiadi pronta e competitiva, ma anche capace di godermi ogni momento, divertendomi e dando davvero il massimo".

Giacomo Bertagnolli: "Cerco di concentrarmi sul presente, dando il massimo ogni giorno per arrivare il più preparato possibile. Sono fiducioso che tutto l’impegno e il lavoro svolto finora saranno ripagati al momento giusto. Il mio obiettivo? Migliorare i risultati ottenuti l’ultima volta".

Giorgia Collomb: "È un grande sogno, sempre più vicino a tutti noi. Ma per me, la prima tappa sarà senza dubbio conquistare la qualificazione al contingente olimpico".

Jole Galli: "Cerco sempre di tenere basse le aspettative per non mettermi troppa pressione. Però è inutile negarlo: il sogno della medaglia c’è".

Cosa significa per te rappresentare l’Italia in un’edizione dei Giochi Olimpici in Italia?

DP: "Rappresentare l’Italia ai Giochi Olimpici è sempre un grande onore. Ho già avuto la fortuna di partecipare in passato, ma farlo in casa, davanti al nostro pubblico, ha un significato speciale. L’obiettivo è dare il massimo per ottenere un grande risultato e festeggiare insieme a tutta l’Italia".

EC: "Rappresentare l’Italia è sempre una grande cosa, ma poterlo fare in un’edizione dei Giochi che si svolge nel nostro Paese sarebbe un motivo di orgoglio ancora più grande. Sono felice di essere in corsa per conquistare questo traguardo".

GB: "Sarà per me un grandissimo onore, oltre che un’occasione unica per mostrare a tutti ciò che so fare. Spero che il pubblico possa scoprire quanto sia affascinante questo mondo e capire di che pasta siamo fatti noi atleti paralimpici. Nonostante ciò che molti possano pensare, siamo a tutti gli effetti atleti che danno il massimo ogni giorno, inseguendo un sogno e un obiettivo come chiunque altro. Poter condividere un evento così importante con amici, familiari e con tutta l’Italia sarà qualcosa di straordinario. Voglio viverlo fino in fondo, indipendentemente dai risultati che arriveranno".

GC: "Sono già molto orgogliosa di far parte della nazionale italiana di sci, e poter partecipare ai Giochi sarebbe per me un immenso onore".

JG: "Credo che le Olimpiadi, e lo sport in generale, abbiano la forza di unire le Nazioni. Sentirsi amata in patria è una sensazione bellissima, e nel mio caso, a Livigno, vale forse doppio. È qualcosa di magico".

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Come sta procedendo la preparazione? Si stacca creando un’atmosfera magica all'interno del gruppo?

DP: "La preparazione sta procedendo bene e ogni giorno cerchiamo di dare il massimo. Il gruppo è in crescita e dietro c’è tanto lavoro. Quando ciascuno mette tutto sé stesso, riesce a trascinare anche chi magari non ha ancora trovato il proprio ritmo. Secondo me stiamo crescendo giorno dopo giorno, e si percepisce un bel clima che ci permette di lavorare davvero bene".

EC: "La preparazione procede bene: mi sento tranquilla, serena, e inizio a sentire le farfalle nello stomaco, sentendo nell’aria la stagione alle porte".

GB: "Gli allenamenti stanno andando molto bene e, giorno dopo giorno, si inizia a percepire l’avvicinarsi del grande evento. Dopo quasi quattro anni di preparazione, ci siamo quasi: ora serve solo tenere duro fino alla fine".

GC: "La preparazione procede come ogni anno, con tutti noi impegnati a dare il massimo. Ho la fortuna di far parte di un gruppo meraviglioso e farò il possibile per imparare da ciascuno di loro, così da poter poi dare il meglio di me stessa".

JG: "La preparazione sta andando bene, e sugli sci ci divertiamo. Manca poco all’inizio della stagione e non vediamo l’ora di cominciare, ma cerchiamo di mantenere la tensione bassa: alle Olimpiadi manca ancora un po’ di tempo".

I dettagli fanno la differenza tra vittoria e sconfitta. In questo contesto, come si inserisce la tecnologia e come la state sfruttando al meglio durante gli allenamenti?

DP: "Durante gli allenamenti devo mantenere sempre un alto livello di concentrazione. La tecnologia, in certe situazioni, può dare un grande aiuto, ma serve anche molta prontezza e attenzione alle condizioni: pratichiamo uno sport all’aperto, dove tutto può cambiare in un attimo, e bisogna essere sempre sul pezzo".

EC: "Nel nostro sport, i dettagli fanno davvero la differenza: si vince o si perde per centesimi di secondo. La tecnologia oggi ci aiuta moltissimo - le analisi che possiamo fare già in pista, tra un giro e l’altro, sono fondamentali per migliorare".

GB: "La tecnologia è fondamentale: utilizziamo video-analisi, confronti tecnici e auricolari integrati nel casco per comunicare in tempo reale tra me e Andrea, la mia guida. Tutto questo ci permette di allenarci al massimo livello e di migliorare costantemente".

GC: "Ogni singolo dettaglio conta per noi, e la tecnologia ci aiuta ogni giorno a sviluppare e perfezionare il nostro materiale dagli sci ai caschi, fino alle maschere. Inoltre, ci permette di sviluppare e migliorare nuovi e aggiornati metodi di registrazione e visualizzazione, strumenti fondamentali per migliorare la nostra tecnica".

JG: "Passiamo ore a fare analisi video, cronometro alla mano, per curare ogni minimo dettaglio. Cerchiamo di limare anche solo pochi centesimi e di trasformare in automatismi quelle piccole accortezze che possono fare la differenza".

Qual è il tuo primo ricordo legato ai Giochi Olimpici Invernali?

DP: "Vancouver è stata la mia prima esperienza ai Giochi Olimpici, ed è stato qualcosa di fantastico. Ero giovane, sapevo solo sciare, ma lì ho avuto l’occasione di scoprire altri sport, osservare i big e capire come si allenavano e si comportavano. Quell’esperienza è stata fondamentale: mi ha aiutato a crescere e mi ha portato esattamente dove sono oggi".

EC: "I Giochi Olimpici Invernali, per me, sono legati al sogno di bambina: quando guardando le gare o semplicemente sciando, sognavo di arrivare un giorno a gareggiare alle Olimpiadi".

GB: "La cerimonia d’apertura di Pechino 2018 è il primo ricordo. Non ero abituato a un evento di quelle dimensioni: è stato come essere catapultato in un mondo completamente nuovo. Di solito le nostre gare non hanno un pubblico così grande, quindi è stata una grande emozione".

GC: "I miei primi ricordi olimpici sono la Medaglia d’oro di Sofia Goggia e la medaglia di bronzo di Federica Brignone a Peyongchang nel 2018, quando io avevo solo 11 anni. Sarebbe un vero sogno poter essere al cancelletto di partenza di quelli che saranno dei Giochi unici per il nostro Paese e per noi atleti".

JG: "Il primo ricordo che mi viene in mente delle Olimpiadi è il Villaggio Olimpico: tanti atleti, tante discipline, ma un solo grande obiettivo condiviso da tutti".