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Lo Y2K è arrivato anche nel tennis

Come le canotte possono cambiare l'estetica di questo sport

Lo Y2K è arrivato anche nel tennis Come le canotte possono cambiare l'estetica di questo sport

La stagione del tennis su terra è entrata nel vivo e di conseguenza sta cambiando anche l’estetica espressa dai giocatori in campo. La primavera rappresenta una parentesi temporale in cui questo sport può concedersi più libertà ed osare in termini stilistici in attesa di rientrare nei canoni di eleganza imposti dalla stagione su erba. Lorenzo Musetti, che a inizio 2025 ha lasciato Nike per firmare con Asics, ha colto l’occasione sfoggiando al torneo Masters 1000 di Madrid la nuova collezione realizzata da A.P.C. in collaborazione con il brand sportswear. Nel dettaglio si tratta di una canotta bianca che rispetto ai modelli passati di altri brand si differenzia per una copertura maggiore delle spalle e un giromanica più ampio. Un capo che unisce il desiderio di rompere gli schemi alla voglia di rimanere aderente alle tradizioni. La maglia sleeveless è infatti accompagnata da pantaloncini dello stesso colore ma dalle forme più morbide riprendendo un’estetica proveniente dagli anni Settanta. Un kit presente anche in navy blue e che Musetti ha indossato in occasione del suo allenamento sul campo centrale di Roma alla vigilia del suo debutto agli Internazionali.

È la versione Y2K del tennis. Un ritorno al passato, ad un’estetica che è parte integrante della storia del tennis. E se nel momento della loro apparizione negli anni duemila, all’apice del dualismo Federer-Nadal, erano uno strumento di rottura con la tradizione, anche questo rifiorire di canotte segna un cambiamento. Un trend che può portare il tennis ad allontanarsi dal concetto di quiet luxury che da sempre lo contraddistingue, con la conseguenza che possa perdere definitivamente il dominio di questo campo in favore del golf. L’aristocrazia di Wimbledon farà sempre in modo che il tennis si leghi ad un’idea di lifestyle più elegante e ricercata, inoltre i brand saranno sempre costretti a prendere decisioni caso per caso sull’estetica da far adottare ai propri atleti, come l'esempio di Nike con Jannik Sinner ovvero un tennista che molto probabilmente resterà fedele alla combo maglia e pantaloncini. Attraverso il tennis, i brand hanno la grande occasione per lanciare un trend in grado di influenzare l’estetica anche all’esterno del campo. Hugo Boss si è già inserita attraverso il suo testimonial più importante: Matteo Berrettini non ha ancora sfoggiato una canotta in partite ufficiali ma la nuova collezione del brand prevede anche una maglia sleeveless indossata dal tennista italiano in allenamento. In allenamento anche Holger Rune e Flavio Cobolli, rispettivamente atleti Nike e On, hanno indossato delle canotte a conferma di come questo trend si stia consolidando sempre di più.

Le canotte ricoprono un ruolo importante nell'immagine del tennis ma hanno sempre avuto una concezione futuristica, quasi robotica, studiata per esaltare il fisico degli atleti che la indossano. È stato il caso di Nike prima con Andre Agassi e Rafa Nadal e successivamente con Frances Tiafoe e soprattutto Carlos Alcaraz. È accaduto lo stesso con On nel caso di Ben Shelton, i cui bicipiti muscolosi e contraddistinti dal gonfiore delle vene nel momento in cui colpisce la pallina sono esaltati proprio dalle forme rigide delle canotte. Quanto fatto da A.P.C. apre invece un’altra dimensione, quella in cui l’estetica tennistica può distanziarsi dal classico per deviare verso una corrente più moderna senza però perdere il concetto di stile. È lecito quindi attendersi un passo in questa direzione anche da parte di altri brand attivi nel tennis, nella creazione di maglie sleeveless che strizzino l’occhio all’idea che ci possa essere anche dell’eleganza nell’indossare una canotta. A quel punto non è nemmeno da escludere uno scenario in cui le canotte possano diventare quello che sono diventate le jersey nel calcio, ovvero un prodotto utilizzabile in ogni contesto e non solo nei giorni delle partite.