Il ritorno di hummel in Italia con il Vicenza Abbiamo intervistato il CEO del brand, Lars Stentebjerg

La stagione 2025/26 ha segnato il ritorno in Italia di hummel. Il brand danese è infatti diventato lo sponsor tecnico del Vicenza. Il primo atto della collaborazione si è tradotta in un'elegante Home jersey che rispetta il tradizionale schema di righe verticali rossobianche impreziosite da una trama romboide ed un'Away jersey nera con dettagli rossi e due barre diagonali, ovviamente una rossa e una bianca. Abbiamo colto l'occasione per intervistare il CEO di hummel, Lars Stentebjerg, per scoprire di più su questa partnership.

Perché siete stati assenti dall’Italia per così tanto tempo, e cosa vi ha convinto a tornare? L’ultima sponsorizzazione di Hummel risale alla stagione 2000 con il Chievo Verona.

"L’Italia ha sempre rappresentato una parte importante del nostro patrimonio calcistico. Dopo la sponsorizzazione con il Chievo Verona nel 2000, ci siamo concentrati sulla costruzione di una solida base in altri mercati chiave europei — in particolare Germania, Francia e Spagna — dove abbiamo consolidato la nostra presenza e sviluppato importanti partnership con club come Werder Brema, Colonia, Real Betis e Celta Vigo. Ora riteniamo che sia il momento giusto per tornare in Italia. Il calcio italiano è pieno di passione, tradizione e cultura unica — valori che si allineano perfettamente con hummel. Il Vicenza rappresenta esattamente il tipo di partnership che cerchiamo: un club con storia, carattere e un legame autentico con la propria comunità".

Il Vicenza è un club importante con una tifoseria appassionata, come è nata questa collaborazione?

"Non è un segreto che siamo molto selettivi nelle partnership che intraprendiamo — preferiamo collaborare con club che rispecchino davvero i nostri valori e con cui sia possibile costruire qualcosa di significativo insieme. Con il Vicenza abbiamo subito percepito una forte connessione. La tradizione del club, i tifosi appassionati e il ruolo che ricopre nel calcio italiano lo hanno reso il partner perfetto per il nostro ritorno in Italia. Vediamo il Vicenza non solo come una società calcistica, ma anche come un’istituzione culturale con legami profondi con la sua comunità — ed è proprio questo il tipo di storia di cui vogliamo far parte".

Considerando la grande holding che possiede il Vicenza, possiamo aspettarci una collaborazione lifestyle con Diesel o Margiela?

"Vediamo sicuramente delle opportunità per esplorare collaborazioni creative dentro e intorno all’ambiente del club. Una delle forze del lavorare con una società come il Vicenza è la rete e la dimensione culturale che porta con sé. Anche se il nostro focus principale resterà sempre quello di costruire una solida base con la squadra e con i suoi tifosi appassionati, siamo entusiasti delle possibilità creative che potrebbero nascere dall’essere parte della stessa famiglia di nomi come Diesel o Maison Margiela. Oggi il calcio è molto più di quello che accade nei 90 minuti in campo — è un movimento culturale, e vogliamo avere un ruolo attivo nel plasmarlo".

Perché avete deciso di ripartire dalla Serie C?

"Per noi non si tratta mai solo della categoria — ma del club, dei suoi valori e della comunità che rappresenta. La Serie C potrebbe non essere la massima divisione, ma il Vicenza è una società storica con una grande tradizione e una delle tifoserie più appassionate d’Italia. Questo peso culturale e quel legame con la gente sono per noi molto più importanti della categoria in cui milita oggi. Crediamo che il Vicenza abbia tutto ciò che serve per crescere sia in campo sia fuori, e siamo entusiasti di essere parte di questo percorso sin dalle basi. In molti modi, partire da qui rende la partnership ancora più speciale, perché insieme possiamo costruire qualcosa di duraturo e contribuire a scrivere il prossimo capitolo della storia del club".

Ci saranno nuove acquisizioni anche nelle categorie superiori italiane?

"Sì, questo fa pienamente parte delle nostre ambizioni. L’Italia è un mercato con una tradizione calcistica incredibile e vediamo un grande potenziale per espandere la nostra presenza qui. Detto ciò, siamo molto selettivi quando si tratta di partnership. Per noi non è mai una questione di quantità — ma di trovare l’abbinamento giusto. Entriamo in partnership solo dove esiste una connessione autentica in termini di storia, valori e ambizione. Il Vicenza è il primo passo in questo percorso, ma stiamo già esplorando opportunità anche nelle categorie superiori. Non posso ancora svelare i dettagli, ma posso dire che qualcosa di importante sta bollendo in pentola".

Il patrimonio estetico e storico del Vicenza è enorme, dal logo alla sua storia. Possiamo aspettarci che le iconiche chevrons mettano sempre più in risalto queste caratteristiche nei prossimi anni?

"Quando collaboriamo con un club come il Vicenza, cerchiamo sempre di trovare il modo di unire il nostro DNA di design con la storia e l’identità della società, in modo che ogni maglia racconti una storia di cui i tifosi possano essere orgogliosi. Rispettiamo le tradizioni che rendono il Vicenza unico — dal logo ai colori fino al ruolo che occupa nella storia del calcio italiano. Nei prossimi anni potrete aspettarvi di vedere le nostre chevrons non solo come un elemento di design, ma come un mezzo per amplificare e celebrare quelle tradizioni, rafforzando ulteriormente il legame tra il club, i tifosi e il nostro brand".