Robert Pires, Poster Boy Alcuni calciatori possono cambiarti la vita, anche se non li hai mai incontrati

Robert Pirès è su Les Vêtements de Football - The Golden Age of Football Jerseys. Qualcuno ci svegli. Diteci che non stiamo sognando. E non solo – abbiamo coinvolto anche Landry, Alexandre e Robert per questo progetto. Tre creativi. Tre voci influenti nella scena calcio-moda europea. Abbiamo chiesto loro di dipingerci la loro versione di Robert Pirès.

Di pensarla liberamente – come se fossimo in trip da LSD. Un puro flusso di coscienza, istintivo e non filtrato, che porta all’essenza di Pirès. Che cosa simboleggia per un inglese e due francesi la legacy Robert Pirès?

Landry Thomas - Loge Agency Founder

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Full look LORO PIANA
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Full look LORO PIANA
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Full look BRIONI

Il mio primo ricordo di Robert Pirès (davvero, senza sapere chi fosse) è probabilmente quel famoso momento del “muscle ton jeu Robert”. Nel ’98, quando avevo 7 o 8 anni, ero ancora troppo piccolo per capire veramente il calcio. A quell’età sei ovviamente attratto da chi brilla, come R9… ma ehi, anche Robert Pirès non era una cattiva scelta. Euro 2000 – a pochi istanti dalla fine, pareggiamo contro l’Italia, 1-1, Wiltord segna all’ultimo minuto, e credo che Pirès fosse appena entrato. Poi ricordo chiaramente Pirès che dribbla 2 o 3 italiani, crossa per Trezeguet – golden goal – siamo campioni d’Europa, wow!

Subito dopo gli Europei, Pirès firma con l’Arsenal. In quel periodo io ero un tifosissimo dello United, ma da francese dovevo avere un debole per l’Arsenal: Henry, Vieira, Wiltord e naturalmente Bergkamp! L’Arsenal allora sembrava quasi la nazionale francese – e con lui lo era ancora di più. Il ricordo più vivido per me resta quel paio di scarpini PUMA oro e bordeaux, sfoggiati con un sombrero seguito da un pallonetto contro l’Aston Villa (come faceva spesso, in realtà). Quel modo di colpire il pallone – piede aperto, leggermente a giro ma non troppo – era bellissimo! È passato dall’essere uno sconosciuto a un giocatore cresciuto insieme a me, un giocatore che vinceva creando ricordi splendidi, e soprattutto che, ai miei occhi, incarnava il vero Gunner.

Alexandre Zamora - Saison Shop Founder & Creative Director

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Full look BRIONI
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Full look ZEGNA
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Full look LOUIS VUITTON
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Full look TOD'S

Per me Robert Pirès è un giocatore che ha lasciato il segno nella storia del calcio francese, e anche nella mia storia personale con il calcio. Nato nel 1990, ho iniziato a capire davvero il calcio e le sue regole nel 1998, guarda caso proprio quando la nazionale francese vinse il Mondiale. Fu subito dopo quella vittoria che Robert Pirès, da poco campione del mondo, firmò con l’Olympique de Marseille, il club della città dove sono nato, cresciuto e dove vivo ancora oggi. La stagione 1998-1999 segnò il centenario del club, con la leggendaria maglia dorata, ma anche con una magnifica cavalcata in Coppa UEFA, conclusa in finale, persa però contro il Parma.

Era un giocatore elegante: maglia sempre infilata nei pantaloncini, spesso a maniche lunghe, e un look inconfondibile che lo accompagnò per tutta la carriera. Il ricordo che mi resterà sempre è il suo gol in Champions League contro il Chelsea. Con la maglia del Marsiglia, partì largo a destra e sferrò un tiro da un altro mondo, che colpì entrambi i pali prima di entrare in porta. Sorprese tutti, giocatori e spettatori. Rimase al club solo due stagioni, diventando anche capitano la seconda. Il resto della sua carriera fu un successo vero: il titolo a Euro 2000 e la sua incredibile avventura all’Arsenal nell’età d’oro. Per me Robert Pirès resterà un giocatore che mi ha fatto innamorare sia del calcio sia del suo stile in campo.

Robert Armin - The Soccer Archive Founder

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Full look TOD'S
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Full look HERMÈS
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Full look LOUIS VUITTON

Alcuni calciatori ti cambiano la vita, anche se non li hai mai incontrati. Per me, uno di questi è Robert Pirès. Non solo perché condividiamo lo stesso nome o perché siamo nati lo stesso giorno (29 ottobre), ma perché lui, più di molti altri, ha fatto sembrare il calcio qualcosa di più del semplice risultato. C’era una grazia in Pirès che ti faceva desiderare di rallentare i replay. Tutto era troppo fluido, troppo misurato, troppo giusto; come se ogni movimento fosse guidato da una mano invisibile. Pochi tocchi, sempre con la parte giusta del piede, mai una corsa in più se non necessaria. Sembrava sempre sapere dove andare ancora prima che il pallone gli arrivasse. E per uno come me, che ha sempre guardato il calcio con l’occhio di chi si innamora della maglia prima della tattica, Pirès era il poster perfetto.

Aveva lo stile di un parigino appena uscito da un set di Godard, anche se agiva sulla fascia sinistra dell’Arsenal. Capelli lunghi, ma mai veramente spettinati. Mai una scelta stilistica eccessiva, eppure sempre impeccabile, ogni singola volta. Anche quando sbagliava (raramente), lo faceva con classe. Pirès era il tipo di giocatore che, se ti urtava, ti avrebbe chiesto scusa in francese e ti avrebbe sistemato la maglia prima di andare oltre. E poi, naturalmente, ci sono gli highlights a testimoniare tutto. Quel sublime pallonetto da fuori area contro il Southampton. L’assist laterale per Henry durante la stagione degli Invincibili. Quel gol contro gli Spurs, sotto la pioggia, con la telecamera che lo riprende mentre scivola sull’erba come in un videoclip dei Massive Attack. Non erano solo momenti da guardare; erano scene da ricordare. Ogni assist sembrava scritto a mano. Ogni gol diretto da un cineasta. Quando segnava, non esultava. Sembrava dire: “Voilà.”

E fuori dal campo? Eleganza pura. Sempre composto, mai urlante, sempre capace di dire qualcosa senza alzare la voce. Sembrava il tipo di persona in grado di spiegarti il pressing e subito dopo consigliarti un buon profumo. Mai una posa sbagliata. Mai un outfit pacchiano. Un uomo che non ha mai avuto bisogno di reinventarsi, perché è sempre stato perfettamente coerente con se stesso. Grazie, Robert. Per averci mostrato che si può essere letali senza mai alzare la voce. Che si può giocare con leggerezza e al tempo stesso fare la storia.

A The Soccer Archive, ogni volta che pianifichiamo uno shooting, creiamo moodboard o immaginiamo come il calcio si indossi per strada, lui è lì. Fa parte di tutto questo perché, come lui, cerchiamo la bellezza che dura, la forma senza tempo, le maglie che hanno peso emotivo. Le sue non erano semplici divise da gara: erano momenti, fotogrammi fermi. E se ne trovi una, non puoi fare a meno di dire: “Sì, questo era il calcio.” Così ogni 29 ottobre mi sento in buona compagnia. Mi piace immaginare Robert da qualche parte, che alza un sopracciglio davanti a una torta troppo dolce o a una giacca un po’ troppo stretta. E spero anche che conservi ancora alcune delle sue vecchie maglie, piegate con cura – perché l’irripetibile merita di essere preservato. Grazie, Robert. Per averci mostrato che si può essere letali senza mai alzare la voce. Che si può giocare con leggerezza e allo stesso tempo fare la storia. E che si può nascere il 29 ottobre e rendere orgoglioso qualcuno di condividere quella data, anche se tu hai scritto il tuo nome sul campo, e io ho potuto lavorare grazie a leggende come te.

L'articolo dedicato a Robert Pirès è contenuto all'interno de Les Vêtements de Football – The Golden Age of Football Jerseys, disponibile per l’acquisto a questo link. nss sports vi aspetta a Parigi, da Galerie Paradis, la sera del 3 ottobre. Con un evento supportato da PUMA France. Tra gli ospiti speciali ci sarà Robert Pirès, protagonista di un talk sull’intersezione tra moda e calcio, insieme a Louis Castex e Naïlat Salama Djae. RSVP HERE