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I nuovi protagonisti del calciomercato? I direttori sportivi

Come media e tifosi hanno cambiato la percezione di questo ruolo

 I nuovi protagonisti del calciomercato? I direttori sportivi  Come media e tifosi hanno cambiato la percezione di questo ruolo

C’è una nuova figura sognata dai tifosi di calcio. I giocatori continuano ad occupare la maggior parte delle fantasie quando si tratta di calciomercato ma da qualche anno c’è un ruolo extra campo che anima le discussioni e accende i desideri: il direttore sportivo. È la persona che secondo i tifosi è chiamata a risolvere tutti i problemi di una squadra con un tocco magico. L’uomo in grado di ribaltare le sorti di una squadra grazie all’ingaggio del miglior allenatore. Il dirigente che grazie alle sue arti diplomatiche può convincere un giocatore a rinnovare e che grazie alla sua rete di scout è in grado di scovare un fenomeno sconosciuto in qualche angolo di mondo. Un politico che sa far valere le ragioni di una società nelle stanze in cui si prendono le decisioni. Insomma la figura del dirigente, a prescindere dai dettagli del ruolo ricoperto, è diventata centrale del calcio e di conseguenza è cambiata la narrazione intorno a chi ricopre questa posizione.

Questa corrente di pensiero è dettata dal fatto che i media ormai trattano i direttori sportivi alla stregua dei calciatori e possono raccontare per settimane i dettagli di una trattativa. Nel 2018, quando Giuseppe Marotta lasciò la carica di amministratore delegato della Juventus, si cominciò immediatamente a parlare con insistenza della sua prossima destinazione, rivelatasi poi l’Inter dove oggi ricopre la carica di presidente. L’estate 2022 è stata caratterizzata dalle tensioni tra il Napoli e Cristiano Giuntoli quando quest’ultimo spinse per passare alla Juventus dopo un ciclo di otto anni culminato con la vittoria dello Scudetto. Oggi, un giorno sì e un giorno no, il titolo di apertura dei più importanti quotidiani sportivi è dedicato al Milan e al casting per il nuovo direttore sportivo. Ma non siamo di fronte ad un fenomeno esclusivamente italiano. Quando Andrea Berta ha lasciato il suo incarico all’Atletico Madrid, per settimane ci sono stati aggiornamenti quotidiani sul suo passaggio, poi avvenuto, all’Arsenal. Il Manchester United ha rubato la scena quando ha ingaggiato Omar Berrada, ex Manchester City, come nuovo amministratore delegato. A Barcellona si è discusso per settimane se Deco fosse il profilo adatto per sostituire Mateu Alemany. Stessa situazione vissuta al Bayern Monaco con il licenziamento di Hasan Salihamidzic e il successivo ingaggio di Max Eberl.

Questo tipo di narrazione ha inevitabilmente influito sulla percezione che i tifosi hanno dei direttori sportivi. E in qualche modo può essere considerata come la più estrema delle evoluzioni. Il calciomercato è il tema in grado di solleticare maggiormente l’immaginazione dei tifosi, per cui sapere che la propria squadra del cuore può fare affidamento su un dirigente che magari viene soprannominato “Il Mago” oppure “Il Re dei parametri zero” è semplicemente la quinta essenza di questi sogni. Una sorta di superpotere ma anche un’arma a doppio taglio perché spinge a credere a qualsiasi voce di mercato, vera o falsa che sia, appellandosi al ragionamento per cui anche la più improbabile delle operazioni può concretizzarsi perché il direttore sportivo conosce alla perfezione l’arte oscura della “trattativa” e sarà in grado di tirare fuori una mossa a sorpresa. Se poi questo colpo di genio non dovesse arrivare, difficilmente qualcuno ci rimarrebbe male perché nel frattempo sarà già uscito un altro nome oppure una nuova trattativa in cui questa magia può concretizzarsi.

Ovviamente è lecito che ci sia soddisfazione nel vedere la propria squadra assumere un dirigente competente, per quanto poi queste competenze vengono descritte solo per le decisioni in tema di calciomercato e non allargate anche ad altri campi, ma ormai siamo arrivati ad una dimensione del calcio moderno ai limiti dell’assurdo in cui un tifoso è più felice per l’ingaggio di un dirigente che per l’acquisto di un nuovo centravanti. La realizzazione materiale della visione di Jerry Krause, lo storico General Manager dei Chicago Bulls di Michael Jordan che per rivendicare il suo ruolo nella dinastia più vincente di sempre nella storia della NBA affermò: "Le società vincono i titoli, i giocatori e gli allenatori da soli non possono farlo”. Una teoria che applicata al calcio e alla visione attuale di una grande fetta di tifosi può essere tradotta come: i calciatori non vincono i trofei, i direttori sportivi sì.