
Come è andato l'halftime show del Mondiale per Club? Al di sotto di aspettative già basse
La prima edizione del Mondiale per Club si è conclusa con la vittoria a sorpresa del Chelsea per 3-0 contro il PSG in finale. L’ultimo atto della competizione è stata la sublimazione di quell’americanizzazione del calcio che avevamo sottolineato in occasione delle prime partite: tutto il campionario dello sport entertainment made in USA si è palesato in occasione della sfida del MetLife Stadium. L’inno cantato a cappella di un componente dell’esercito e i fuochi d’artificio sparati al momento dell’acuto finale, senza dimenticare il coinvolgimento di Michael Buffer con la sua catchphrase "Let’s Get Ready to Rumble" per caricare di enfasi il calcio d’inizio.
Il tutto sotto gli occhi di un iper patriottico Donald Trump, arrivato a bordo del Marine One e con cravatta rossa d’ordinanza. Al momento dell’inno ha portato la mano alla nuca per replicare il saluto militare, alla sua destra la moglie Melania con la mano sul cuore e alla sua destra il presidente della FIFA Gianni Infantino che applaudiva con gli occhi gonfi di orgoglio. Lo stesso Trump ha poi consegnato il trofeo in oro 24 carati firmato da Tiffany al capitano del Chelsea Reece James prima di posare con il resto della squadra nel momento in cui il trofeo è stato alzato nel cielo.
Halftime show
Nel mezzo uno dei momenti più attesi ovvero l’halftime show, una dichiarazione d’intenti da parte della FIFA con cui Infantino aveva fissato l’obiettivo di mettere sullo stesso piano la finale del Mondiale per Club al SuperBowl. Il bersaglio però è stato mancato. A partire dalla location delle esibizioni di J Balvin, Tems, Doja Cat e Emmanuel Kelly, ovvero un palco su due piani situato su una delle tribune dello stadio e non, come era lecito aspettarsi, al centro del campo da gioco. Una decisione comprensibile, dato che in questo modo tutti gli spettatori all'interno dello stadio avrebbero avuto una visuale, se non fosse che tutto intorno al palco, gli spalti erano vuoti. Come se non ci fosse stato senso di anticipazione. I tifosi allo stadio hanno fatto quello che i tifosi allo stadio fanno ad ogni intervallo, si sono alzati dividendosi tra chi è andato in bagno e chi è andato al bar. È stato un momento di intrattenimento più che un concerto. Di certo non ha avuto la stessa portata culturale che accompagna ogni halftime show del SuperBowl.
L’estetica dell’esibizione è stata dominata da adidas. Ad esempio gli artisti che accompagnavano J Balvin suonando i tamburi indossavano una felpa trapuntata gialla con dettagli rossi e blu come richiamo della maglia della Colombia, in omaggio al paese natale dell’artista. Così come tutto il corpo da ballo indossava una divisa gialla. Doja Cat invece ha indossato un abito personalizzato, disegnato da Brett Alan Nelson, a bande verticali rosse e blu con diamanti Swarovski accompagnato da calze old school e un paio di Samba rivisitate bianche con dettagli rossi. adidas aveva conquistato anche lo show di apertura con una tracksuit bianca con borchia in oro a esaltare i dettagli, tra cui il trefoil, indossata da Robbie Williams.
Conclusioni
L'halftime show è stato in linea con tutto il Mondiale per Club, ovvero un'esibizione gradevole che ci ha tenuto compagnia ma di cui non sentivamo il bisogno e che con tutta probabilità ci dimenticheremo in un paio di giorni. Non è difesa a oltranza della tradizione, ci piacerebbe vedere il calcio aprirsi con più decisione al mondo dell'entertainment per rompere schemi datati. È che la FIFA ha perso un'occasione nel momento in cui non ha intuito che non basta un gruppo di artisti, per quanto famosi, per creare uno spettacolo memorabile. Bisogna intercettare i trend del momento per catturare l'attenzione del pubblico di massa. Serve un motivo per essere coinvolti dall'halftime show, non basta l'halftime show in sé per essere coinvolti.
Serve anche la giusta atmosfera, un concerto in pieno pomeriggio purtroppo restituisce l'immagine di quelle band che fanno da apertura nei festival in attesa che arrivi l'headliner. In poche parole, quello che abbiamo visto è stata la replica dello show pre-match, un altro momento di cui i tifosi non sentono minimamente il bisogno. Il fatto che la FIFA organizzi negli Stati Uniti anche il Mondiale 2026 lascia pensare che anche la prossima estate vedremo un halftime show nel corso della finale: se così fosse, la FIFA in quell'occasione dovrà fare tesoro degli errori commessi per trasformare la partita di calcio più importante al mondo in un evento pop.