
A Parma la tradizione è di casa Siamo stati al Tardini nel giorno del debutto del nuovo Third Kit ispirato al 1995
A Parma sanno perfettamente come si reinventa la tradizione. Servono delle scelte forti, come ad esempio quella di rivoluzionare i colori sociali del club. A fine anni '80 l’ingresso di Parmalat coincise con un cambio epocale, via la croce nera su fondo bianco simbolo storico del club per lasciare campo ad una maglia total white creata per ragioni commerciali. Un kit entrato nella storia del club perché indossato nel 1993 da capitan Lorenzo Minotti e compagni nel giorno della storica vittoria della Coppa delle Coppe battendo in finale l’Anversa a Wembley. Nel corso degli anni ci sono state diverse variazioni sul tema e la più importante venne introdotta da PUMA nella stagione 1995/96, con il Parma che chiuderà al secondo posto ottenendo la prima storica qualificazione in Champions League. Sulle maniche compare infatti un template di archi gialli a spezzare una fantasia azzurra la cui tonalità va a sfumare partendo dal centro per arrivare all'esterno.
Per celebrare i 30 anni della partnership con il club ducale, PUMA ha rivisitato questo kit in occasione della stagione 2025/26 e la partita casalinga contro il Torino è stata l’occasione per vederlo in campo per la prima volta. Una giornata speciale per i tifosi del Parma, non solo perché coincisa con la prima vittoria in campionato grazie alla doppietta di Mateo Pellegrino. Le celebrazioni erano cominciate già al mattino nella splendida cornice di Teatro Regio con Fabio Cannavaro a capitanare un gruppo di legends composto tra gli altri da Diego Fuser, Ze Maria, Dino Baggio e Marco Ballotta. Tutti presenti per omaggiare un pezzo cruciale della storia del club, una maglia iconica che mise definitivamente Parma e il Parma sulla cartina di tutti i tifosi di calcio e di jersey collectors.
La seconda tappa di questa giornata speciale è stato ovviamente il Tardini, lo stadio di casa del Parma. Un impianto da 22mila posti a sedere che sorge nel cuore della città, incastonato tra decine di palazzi che in alcuni punti si affacciano direttamente sul campo da gioco. Ed è qui che la tradizione si reinventa, ancora una volta. Per capire quanto sia ricca la storia del Parma vi basta fare un giro sugli spalti e buttare un occhio alle maglie indossate dai tifosi. Un melting pot estetico in cui convivono serenamente maglie bianche con la croce nera, maglie a bande orizzontali gialloblu, maglie da portiere e ovviamente l’iconica maglia bianca nella versione originale. E poi c’è la tradizione che si reinventa nella figura di un bambino che indossa il nuovo kit PUMA ma personalizzato con il numero 9 di Hernan Crespo, una leggenda del club. A conferma che la nostalgia fine a sé stessa è una trappola. La decisione di riproporre kit storici deve partire da un motivo più grande e a Parma significa tramandare di generazione in generazione la storia del club così che il patrimonio sportivo ed estetico non vada mai dimenticato.





































































