
Cosa ci dice di nuovo la partnership tra Nike e Palace Non fa che accentuare ancora di più le differenze estetiche tra Nike e adidas, ma anche le loro idee
Una paparazzata "ai danni" di Wayne Rooney e Reece James ha confermato definitivamente una suggestione che era nell’aria: Nike e Palace Skateboards stringeranno una partnership, con il secondo che interrompe così in via definitiva il contratto con adidas, iniziato addirittura nel 2014.
L’ex calciatore e l’attuale capitano del Chelsea sono stati avvistati con quelli che, con ogni probabilità, saranno i capi protagonisti del primo drop della nuova collaborazione tra Nike e Palace Skateboards. La collezione appartiene alla linea Total 90 e comprende crewneck, trackpants, track jacket e, naturalmente, la scarpa, proposta in una nuova colorazione. Tutti i capi sono caratterizzati da accenti fluo, in pieno stile Nike, ma soprattutto coerenti con gli stilemi iconici di Total 90, una linea che continuerà a essere centrale nella comunicazione dello Swoosh, soprattutto in vista dei Mondiali del 2026. Le immagini non ufficiali che ritraggono Wayne Rooney e Reece James confermano non solo la volontà di Nike di rafforzare i legami con due tra i brand più influenti nel mondo dello skateboarding — Palace Skateboards e Supreme New York, lasciando così adidas priva di un partner di rilievo in questo settore, ma accentuano anche le differenze estetiche e strategiche sempre più nette che si delineeranno tra adidas e Nike nei prossimi anni.
Le differenze estetiche
Quando si confrontano due brand competitor su un periodo più o meno lungo - prendendo ad esempio il confronto tra Nike e adidas dagli anni Duemila a oggi - emergono momenti in cui i due marchi si somigliano maggiormente sul piano estetico. Oggi, infatti, riconosciamo perfettamente l’estetica adidas e quella Nike, soprattutto nelle collezioni lifestyle legate al calcio.
Da un lato, le Three Stripes, con le loro tracksuit Beckenbauer, propongono un’estetica più pulita ed elegante, che non richiama gli anni 2000, ma si concentra sui ’90 e risale fino agli anni ’80, con accenni ai ’70 se consideriamo le collezioni firmate da designer stabili come Wales Bonner. Dall’altro, Nike, soprattutto nel calcio, si concentra principalmente sugli anni 2000 (ma anche sugli anni 2010, come nel caso del revamping delle Hypervenom): la linea Total 90 è la prova evidente della dipendenza di Nike da un periodo storico florido iniziato intorno al 2002. Il brand non può permettersi di guardare troppo indietro nel tempo lato football, perché l’impatto che ha avuto sulla pop culture nei primissimi anni Duemila era senza precedenti nel mondo dello sportswear calcistico.
L’unica analogia tra i due marchi è che entrambi hanno messo al centro della loro strategia di mercato, lato footwear, silhouette low-top. Prima di Nike con le Total 90, infatti, adidas aveva già puntato su modelli come Gazelle, Spezial e altre linee legate al calcio.
Le differenze strategiche
E rimanendo circoscritti al calcio, questi miglioramenti potrebbero essere dovuti anche a una strategia chiara adottata da Nike, che in questo caso si contrappone al suo competitor, adidas. Con la partnership con Palace Skateboards, Nike conferma la strategia di accaparrarsi subculture e community street, in particolare quella dello skateboarding, che vanta una solida nicchia e difficilmente sarà scossa o traumatizzata dal fatto che il brand collabori ora con Nike e non più con adidas. Tale strategia si diffonde poi anche nello street soccer: basti pensare al Torneo Maximum con la firma di Travis Scott o al progetto TOMA El Juego, una piattaforma di calcio urbano giovanile lanciata proprio nel 2025. Ma anche alle collaborazioni più mirate, come ad esempio quella del Chelsea con il designer Jordan Vickors, o a quella con store del calibro di SlamJam.
Più che sui calciatori - le sponsorship individuali sono state ridotte drasticamente e Nike conta sempre meno personalità di spicco nel proprio roster, pur continuando a puntare su alcuni pillar player come Haaland, Mbappé e Vinícius - il brand investe sul livello locale, mirato alle community. Questa sembra essere la strategia ideale per Nike. Per adidas, invece, il discorso è diverso: la diffusione del brand è più capillare e soprattutto più tradizionale, con investimenti sul vastissimo roster di calciatori, sulle collaborazioni con le leggende del calcio (Zidane, Del Piero, Beckham) e sulle competizioni mondiali. Fondamentale in questo discorso, ad esempio, che adidas abbia presentato il nuovo Trionda, il pallone ufficiale per il Mondiale 2026, mentre Nike ha concluso la partnership come supplier di palloni per la Premier League.


















































