
Quando le sigarette dominavano l'estetica di F1 e MotoGP La lunga storia d'amore tra tabacco e motorsport
Guardando oggi alle livree F1, c’è un trend facilmente riconoscibile: la presenza di brand tecnologici. Da Google e HP a Oracle e Lenovo, l’estetica del motorsport è dominata dalla tech companies. La loro diffusione è stata così capillare che ora le monoposto vengono colorate anche in base ai colori ufficiali dei brand con cui sottoscrivono contratti di sponsorizzazione. Nulla di nuovo, anzi. La storia della Formula 1, ma anche quella della MotoGP, restituisce decine di esempi in cui gli sponsor hanno determinato i colori ufficiali delle scuderie. E analizzando questi esempi si nota facilmente come le multinazionali del tabacco abbiamo dominato la scena per decenni.
La storia
Il pioniere di questa storia è John Love. Il pilota zimbawese nel 1968 cambiò per sempre la storia del motorsport scendendo in pista con una monoposto arancione e, su sfondo marrone, la scritta Team Gunston. Gunston era un produttore locale di tabacco, il primo a figurare sulle vetture che prima di allora presentavano i colori nazionali: le monoposto francesi erano blu, quelle tedesche bianche, quelle britanniche verdi e quelle italiane rosse, dalle quali sarebbe derivato il rosso Ferrari. Questa tradizione venne interrotta da Lotus nel 1968 quando la livrea della Lotus 49 non solo venne modificata introducendo la marca di un produttore di tabacco ma prendendone anche i colori, in quel caso bianco e rosso. Le vetture marchiate “Gold Leaf” diedero inizio al binomio tra tabacco e motorsport, che fino ad allora si era limitato ad essere sponsorizzato da benzine, lubrificanti e pneumatici.
Riconoscendo i rischi per la salute legati al fumo, alcuni Stati hanno progressivamente imposto restrizioni sulla pubblicità diretta di sigarette su canali come radio e televisione. L'Italia fu la prima, introducendo il divieto già nel 1962, seguita trent'anni dopo da Germania, Regno Unito e Francia. Tuttavia, la Formula 1 e la MotoGp godevano di esenzioni speciali da queste restrizioni. Ciò ha permesso ai team di ricevere ingenti finanziamenti da parte dei più grandi marchi di tabacco, aggirando di fatto la legislazione e ottenendo un'altissima visibilità per i loro nomi e colori in un mercato globale.
Il divieto si estende alle corse
Nel 2001 la FIA, la Federazione Internazionale dell'Automobile che regola a livello sportivo la F1, dichiarò che sarebbero state bannate tutte le pubblicità di tabacco alla fine del 2006: le aziende più grandi decisero di conseguenza di spostare gli investimenti in MotoGp, dove già c’erano rapporti commerciali dagli anni Settanta. Il circus fin da subito si mise alla ricerca di nuovi sponsor per sopperire alla perdita di oltre trecento milioni di introiti e, nel frattempo, portò diverse gare in quei Paesi dove ancora la legislazione permetteva la pubblicazione di tabacco che dal 2005 fu vietata da una normativa dell’Unione Europea.
In alcune gare i nomi dei marchi venivano trasformati, per rispettare le legislazioni ma senza stravolgere le grafiche, con diverse sigle o riportando il nome del pilota: Gauloises divenne GO!!!!!!!! sulle Yamaha, Fernando Alonso così come il compagno di squadra Jarno Trulli sostituì Mild Seven con il proprio nome e cognome così come fece Biaggi con Camel, Rothmans divenne una R con un punto di domanda sulle Williams. L’ultima autovettura a portare esplicitamente il logo di una marca di sigarette è stata la Ferrari nel 2007 con Marlboro, così come la Ducati in MotoGp. Tuttavia le due case continuarono a collaborare con il marchio di Philip Morris: sulle livree negli anni successivi comparì un codice a barre che, seppur non esplicitamente, rimandava certamente alla famosa marca di sigarette e si portava dietro diverse polemiche.
Il rapporto in realtà è proseguito sino alla fine del 2021 grazie a Mission Winnow, ovvero un brand di proprietà della multinazionale americana che ufficialmente promuoveva un’iniziativa per supportare lo sviluppo di nuove soluzioni in grado di accelerare i cambiamenti positivi per la società. rimane forte il legame tra le aziende di tabacco e il motorsport. Un’azione che è sempre stata percepita come una sponsorizzazione indiretta a Marlboro. Anche la British American Tobacco, che dal 1999 al 2005 ha posseduto un team in Formula 1 poi venduto a Honda, è stata presente sulle livree della McLaren con lo slogan “A Better Tomorrow”, per supportare la ricerca e l’innovazione. Questi esempi però non hanno avuto nessun effetto su quello che per anni è stato, agli occhi degli spettatori, il vero effetto della presenza di pubblicità del tabacco nel motorsport: il mix unico di colori.
Gitanes
Nel 1977 il marchio francese porta Jaques Lafitte e la Ligier alla prima vittoria: si tratta di una vera e propria favola sportiva. Pilota francese su auto francese spinta da un motore francese: un sogno per i cugini che sognarono di dominare il motorsport e, soprattutto, l’italiana Ferrari. Le cose sono andate diversamente, ma quella monoposto viene ancora oggi ricordata: con una livrea elegante azzurra e bianca, portava il marchio di sigarette francese Gitanes scritto sulla fiancata, come coronamento di un progetto al 100% transalpino.
Mild Seven
Le sigarette oggi non si trovano più nei distributori, nonostante fossero tra le più vendute al mondo: entrarono in Formula 1 nel 1994 come sponsor della Benetton e sono rimaste fino alla fine 2006, dopo aver vinto due mondiali piloti e costruttori con Fernando Alonso. Il colore azzurro delle monoposto era ripreso dai pacchetti del marchio giapponese ed affiancato al colore giallo che rimandava al costruttore francese Renault.
Benson & Hedges
La Jordan è stata la prima scuderia per cui ha corso Michael Schumacher: era il 1991 e, quattro anni più tardi, sulle monoposto del team irlandese comparve il marchio delle sigarette Benson & Hedges e lì vi sarebbe rimasto fino al 2005. Con la modifica del colore oro dei pacchetti venduti, venne utilizzato un giallo che permetteva di individuare facilmente le monoposto, rese soprattutto uniche dalla grafica di coccodrillo sulla parte anteriore.
John Player
Colin Champan, dopo aver portato sulla Lotus il primo marchio di sigarette nel 1968, creò anche le monoposto del marchio inglese che vinsero tre mondiali negli anni Settanta. Oltre ad essere veloci in pista sono ancora oggi ricordate tra le vetture più belle della Formula 1: di colore nero con dettagli oro riprendevano le grafiche del marchio di sigarette inglese John Player, che lasciò il team nel 1987 così come la Renault.
Camel
Si tratta di uno dei marchi più iconici tra quelli che hanno sponsorizzato i team di Formula 1 e MotoGp. Sulle quattro ruote ha sostituito il nero e l’oro sulle Lotus che, ricoperte di giallo e blu, cambiarono totalmente look dopo diversi anni: un colore oggi inedito per le monoposto ma che all’epoca era ben visibile. In maniera meno invasiva comparve anche sulle livree di Benetton e Williams. Ma è sulle due ruote che sono stati creati i binomi migliori: dopo aver sponsorizzato Max Biaggi nel 2005 su Honda, a seguito del suo licenziamento il brand americano diventa main sponsor del suo grande rivale, quasi a voler confondere durante le bagarre tra i due nelle prime posizioni. Valentino Rossi corse su Yamaha con una livrea totalmente gialla, identica a quella usata l’anno precedente dalle Honda. Fu il matrimonio che unì il giallo del brand di sigarette e quello tipicamente scelto dal campione di Tavullia per il proprio numero: una coincidenza che non ha portato alla vittoria mondiale ma ha creato la livrea migliore della MotoGp nel nuovo Millennio.
Chesterfield
Non solo Marlboro per Philip Morris: la multinazionale americana ha utilizzato anche il marchio Chesterfield nel motorsport per sponsorizzarsi. In MotoGp ha colorato di nero l’Aprilia con cui Max Biaggi ha vinto dal 1994 al 1996 in classe 250cc prima di approdare nella classe regina, mentre sulle quattro ruote l’avventura non fu per niente gloriosa. Il gruppo americano era infatti presente sulla livrea della Lola T93/30, il primo e unico telaio progettato per la Scuderia Italia nel 1993 dalla Lola Racing Cars che deluse le altissime aspettative. Il team correndo con una livrea bianca, rossa e gialla conquistò zero punti nel mondiale e il progetto fallì, ma la livrea è rimasta nel ricordo degli appassionati.
Gauloises
Il marchio di sigarette francese debutta nel 1997 al fianco di Alain Prost in Formula 1, supportando l’ambizioso progetto dell’ex pilota che aveva creato una propria scuderia senza però ottenere mai grandi risultati. In MotoGp il marchio ha raccolto maggior fortuna e, soprattutto, visibilità: ha sponsorizzato per due stagioni Valentino Rossi, pagandone gran parte dell’ingaggio in Yamaha con la quale ha vinto i due mondiali del 2004 e del 2005. La carena blu presentava logo e scritta in bianco: rimane nei ricordi soprattutto per la sostituzione con la scritta GO!!!!!!! nei paesi antifumo, un incitamento per il pilota che guidava.
Lucky Strike
Il famoso marchio americano, presente in diversi film e canzoni, ha sponsorizzato il team Suzuki dal 1992 al 1997 nella classe 500, con livree bianche che presentavano l’iconico cerchio rosso di lato: il successo più importante fu il mondiale del 1993 vinto dall’americano Kevin Schwantz. Nelle quattro ruote, la BAR ovvero il team creato dalla British American Tobacco in Formula 1 ha utilizzato per le sei stagioni il marchio Lucky Strike come sponsor: le monoposto erano bianche con dettagli rossi, oro e neri a riprendere i colori presenti sui pacchetti dagli anni Quaranta.
Rothmans
Rothmans entrò in F1 nel 1994 come sponsor di Williams e immediatamente trasformò la livrea della monoposto in una sorta di pacchetto di sigarette su quattro ruote: inserti bianchi su fondo blu con dettagli oro. Una combinazione di colori entrata nella storia in maniera tragica per via dell’incidente mortale che coinvolse Ayrton Senna.
Winfield
Williams è una delle scuderie di F1 che più di altre ha cambiato livree a seconda degli accordi commerciali. La sponsorizzazione con Rothmans, ad esempio, rientrava in un accordo più ampio con British American Tobacco, multinazionale che tra le altre cose era anche proprietaria del marchio Winfield. Lo stesso nome presente sulle Williams nelle stagioni 1998 e 1999, portando in pista una sorprendente livrea in tinta unita rossa.
West
Una delle livree McLaren più iconiche è indubbiamente quella delle Frecce d’Argento, un cambiamento cromatico dettato dall'arrivo dello sponsor West che impose una completa trasformazione dei colori della vettura. Parallelamente, nel mondo della MotoGP, il Team Pons Racing ha vestito i panni dell'equivalente delle Frecce d’Argento nelle stagioni 2001 e 2002.
Marlboro
L’iconico stile del marchio, con i colori rosso e bianco, esordisce in Formula 1 nel 1972 sulle monoposto del team British Racing Motors. Durante la presentazione la monoposto esce da un pacchetto di sigarette gigante e anticipa ciò che oggi avviene normalmente: la spettacolarizzazione di un evento che si prende la scena prima dell’inizio della stagione. La McLaren soffiò lo sponsor alla BRM nel 1974 e ne farà il proprio title sponsor fino al 1996. Con la livrea bianca e rossa vinsero il primo mondiale costruttori e piloti al debutto e si ripeterono nel 1976 con l’iconico James Hunt, che fu favorito alla vittoria finale dall’incidente a Niki Lauda. Grazie alle ingenti entrate economiche derivanti dal marchio di sigarette la McLaren iniziò ad incentrare il proprio business nel mondo delle corse, accantonando gradualmente la produzione di autovetture che divenne secondaria.
In quegli anni non solo la squadra inglese portava il marchio sulle proprie vetture: tra i team a sponsor Marlboro c’era anche la Ferrari, che lo aveva come sponsor secondario già dal 1984. La Ferrari F310B fu la prima a portare il logo come sponsor principale Marlboro rimasto con il cavallino nel 1997: il rosso dei pacchetti si confonde perfettamente con il rosso Ferrari in un binomio non solo economico ma anche cromatico. Sulle due ruote il mitico Giacomo Agostini portava il marchiò Marlboro negli anni Settanta su MV Augusta e, dagli anni Ottanta fino al 2002 è stato main sponsor Yamaha che scendeva in pista con moto rosse, colore insolito pensando alle livree odierne. In MotoGp bisogna attendere il 2003 perché avvenga anche l’unione dei colori: lasciata la casa nipponica le pubblicità passano sulle Ducati che vestono così il classico colore rosso.
























































































































