
Perché i calciatori hanno bisogno dei private chef
Da TikTok alla vita reale
29 Aprile 2025
I calciatori sono ormai sottoposti a ritmi serrati e spesso costretti a dover giocare ogni tre o quattro giorni, specialmente se parliamo di squadre che partecipano a tutte le competizioni fino alla fine della stagione. Per questo motivo, l’alimentazione diventa uno degli argomenti centrali nella quotidianità di un calciatore, che non può permettersi “sgarri” e deve seguire una dieta ferrea anche nel privato, per massimizzare i risultati e il recupero in pochissime ore tra una partita e l’altra. In questo modo l’alimentazione diventa sempre più importante per un atleta, ed è così che si stanno inserendo delle nuove figure professionali: i private chef.
Spesso si tratta di professionisti del settore che hanno deciso di lasciare il mondo della cucina tradizionale per lavorare nel quotidiano con una clientela decisamente particolare, costretta a seguire una dieta basata su alimenti sani e di alta qualità. E, come spesso accade nel mondo di oggi, sono i social ed in particolare TikTok lo strumento ideale per farsi conoscere ad un pubblico più ampio, oltre che a poter attirare nuovi potenziali clienti.
Il segreto del successo
Ormai da anni TikTok è il social preferito per chi vuole sfondare nel mondo della cucina, e il segreto del successo dietro al mondo degli chef privati non si limita alle loro qualità in cucina, ma consente anche a chi guarda di poter entrare per qualche minuto nella vita e nelle cucine dei loro calciatori preferiti. Le case dei calciatori sono da sempre luoghi praticamente immacolati, che difficilmente vengono ripresi e postati sui social, ed è proprio questo uno dei segreti del successo di alcuni chef, come quello di Diogo Prego, private chef di Ruben Dias a Manchester. Lo chef, oltre alle sue qualità in cucina, è stato capace di attirare milioni di views senza far vedere in maniera esplicita il campione del Manchester City nei suoi video, ma allo stesso tempo ci ha portato all’interno della cucina del campione portoghese mostrando un dietro le quinte completo delle preparazioni, della dieta del calciatore e anche della pulizia dopo aver portato a termine la giornata lavorativa.
Un altro esempio è quello di Mario Sorrentino, in arte IMieiPiatti, private chef di Scott McTominay a Napoli, che attraverso i suoi video ci porta ogni giorno nella cucina del campione ex Manchester United, oppure quello di The Big Chef in Inghilterra che lavora con alcuni giocatori del Chelsea, e attraverso i suoi video ci fa conoscere alcuni dettagli della vita londinese dei campioni di Premier League. Insomma, un trend che sta crescendo sempre di più.
I meal plans di Gordon Lenni
Mentre gli chef citati lavorano a casa dei calciatori e si dedicano praticamente full time ad un singolo giocatore, lo chef Leonardo Cannavale, in arte Gordon Lenni, ha pensato invece di ottimizzare il lavoro e ha ideato i “meal plans” dedicati ai giocatori. Sono circa 40 i giocatori di Serie A e Serie B che si sono affidati a Leonardo, come il capitano dell’Inter Lautaro Martinez, Marcus Thuram, Santi Gimenez, Carlos Augusto, Alessandro Bastoni ma anche tennisti come Jasmine Paolini, Fabio Fognini e Sara Errani. Un modo nuovo ma estremamente innovativo che consente agli atleti di seguire una dieta sana ed equilibrata anche quando non sono in ritiro. Ma che cosa sono esattamente i meal plans? Ce lo siamo fatti spiegare direttamente dallo stesso Leonardo: “I meal plans sono piani alimentari settimanali. Vengono costruiti ad hoc in base ai bisogni di ogni atleta, in alcuni casi con l’aiuto di un nutrizionista che può essere sia quello del club di appartenenza che di un privato. Solitamente i giocatori fanno colazione e pranzo al centro sportivo, mentre la cena è libera. Ecco, io mi occupo principalmente delle cene e degli snack pomeridiani per avere sempre qualcosa a portata di mano”.
Ma come funziona il delivery dei pasti? “Per chi vive a Milano o nei dintorni, posso portargli i pasti personalmente anche un paio di volte a settimana, mentre per chi abita fuori una volta a settimana. In questo modo possono mangiare in modo sano, con alimenti completi, e penso che gli stessi club possano beneficiarne”. Eppure, il mondo dell’alimentazione e della nutrizione per i calciatori, è ancora molto indietro soprattutto in Italia: “C’è tanto lavoro da fare - aggiunge Gordon Lenni - perché poche squadre offrono un servizio fuori dal centro sportivo e i giocatori si devono gestire da soli. Tanti di loro non hanno uno chef privato in casa, mentre all’estero e soprattutto in Premier League funziona diversamente”.
Secondo Leonardo, i giovani d’oggi sembrano essere più attenti all’argomento rispetto a prima: “L’ho notato, le nuove generazioni sono più preparate, quasi tutti i giocatori che seguo sono sui 20-25 anni, e da poco i club stanno lavorano in pianta stabile con nutrizionisti e professionisti. Ma è un tema fondamentale perchè l’alimentazione e il calcio sono legati con un filo diretto. Ad esempio, Santi Gimenez del Milan cambia in accordo con la sua nutrizionista la dieta a seconda del calendario settimanale. Quando si avvicina la partita, aumenta i carboidrati e diminuisce l’apporto proteico”.
E poi ovviamente i social, l’arma in più per Leonardo per potersi far conoscere da un pubblico sempre più ampio: “Sono fondamentali, grazie ai repost delle storie i giocatori mi vedono e mi contattano, anche grazie al passaparola ovviamente. So che i giocatori tra di loro parlano del mio servizio, e questo è molto gratificante. Capita spesso anche che alcuni prendano spunto da altri vedendo le storie dei piatti che preparo e mi facciano richieste specifiche in base ai piatti che ho preparato per altri giocatori”.
Se uno chef privato si dedica ad un giocatore singolo, Gordon Lenni ora vuole espandersi in Italia e anche all’estero ampliando il proprio business, sfruttando un movimento che è in netta crescita. L’importante è che il tema dell’alimentazione diventi sempre più centrale nei prossimi anni, perchè soltanto in questo modo i calciatori potranno gestirsi meglio e garantire delle prestazioni di alto livello nonostante l’aumento progressivo e inesorabile delle partite durante ogni stagione.