
Guida ai denti bianchi, bianchissimi dei calciatori Le faccette dentali sono da tempo tendenza
"Li voglio più bianchi del colore più bianco che avete". È stata questa la richiesta con cui qualche anno fa Roberto Firmino, attaccante brasiliano ex Liverpool, si è presentato nello studio di Robbie Hughes, dentista di riferimento del club inglese. In breve ne sarebbe uscito con un sorriso che in effetti definire bianco, o brillante, è piuttosto riduttivo. Un flash così abbagliante che durante un collegamento tv le AirPods alle orecchie potrebbero sembrare ingiallite, al confronto.
A partire da quel giorno il dottor Hughes sarebbe diventato molto più che un collaboratore dello staff medico dei Reds, trasformando la sua clinica in una fabbrica di faccette dentali, quelle che oltremanica vengono definite veneers, per calciatori di Premier League, e cavalcando la nuova moda dell’ultra-white atterrata dal Sudamerica. Se non ve ne foste accorti, da qualche tempo è esplosa infatti l’ossessione estetica sui campi da calcio: non solo per la dentatura perfetta, cui eravamo già abituati, ma anche per l’applicazione di placche con forme personalizzate e tinte dal chiaro al chiarissimo, e fino all’ultra-luminoso.
Un nuovo trend
Il fenomeno ha preso forma nell’ultimo decennio, passando per alcune tappe e testimoni rimasti nella memoria del pubblico sportivo. La prima ha come protagonista Cristiano Ronaldo, che dopo aver completato a inizio carriera una riabilitazione ortodontica ha aggiunto al proprio sorriso un po’ di porcellana. Poi è arrivato Lucas Leiva, a sua insaputa un apripista: è stato il primo brasiliano del Liverpool a varcare la porta dello studio Dental Excellence di Robbie Hughes, e quindi a consigliarne il nome in spogliatoio. Lo seguiranno in tanti: oltre a Firmino anche Philippe Coutinho e Jurgen Klopp, e poi un’ondata di stelle del calcio sudamericano, tra cui Neymar, Enzo Fernández e Rodrygo.
La tendenza è sbarcata anche in Serie A, con Ciro Immobile e Nicolò Zaniolo. Ma il boom, ovviamente, non si nota solo sui campi di calcio: il business delle veneers ha superato l’anno scorso i 2.5 miliardi di dollari in tutto il mondo, ed è proiettato nel 2025 ad un ulteriore incremento, seguendo la stessa parabola di altri ritocchi sempre più comuni come filler, botox, trapianti di capelli, interventi di chirurgia estetica e cosmetica. E sempre più diffusi, per ovvi motivi di esposizione e disponibilità, tra gli sportivi di alto livello. La Dental Excellence con il proprio listino prezzi di alta gamma, certo, svela i costi per un intervento del genere: tra le 7.000 e le 25.000 sterline, secondo il materiale (composito o porcellana), la copertura (parziale o totale) e la cromatura.
Da CR7 al Liverpool
Manchester, 2004. Nel sorriso di un ancora giovane Cristiano Ronaldo c’è più di qualche imperfezione, e quell’estate il portoghese inizia il suo lungo iter per arrivare allo smile attuale. Prima l’apparecchio fisso e gli elastici notturni, poi l’impianto di un nuovo dente e le operazioni periodiche di sbiancamento dello smalto; ma è con la maturità atletica, dieci anni più tardi, che arriverà la definitiva rifinitura. A Madrid, nel 2014, CR7 applica dodici faccette in porcellana feldspatica, tonalità B1, la più chiara della cartella standard. Niente bianco fluorescente dunque, nessun effetto LED, ma un sorriso costruito per apparire normalmente perfetto, come accadeva sui red carpet di Hollywood.
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Quando due anni più tardi Lucas Leiva porta con sé un paio di connazionali e compagni di spogliatoio nelle sale della Dental Excellence, il concetto di faccetta è destinato a subire uno shock ideologico. Il centrocampista si trova lì per un semplice riallineamento, ma apre un canale. Chiede: "posso portare un compagno?", come ricorda Robbie Hughes in un’intervista rilasciata a BBC. E quel tale è Bobby Firmino, appena arrivato dal Brasile e determinato a regalarsi un sorriso che, per così dire, non punta al normalmente perfetto.
Bobby Dazzlers e seguaci
Come anticipato, al primo appuntamento in clinica il dottor Hughes mostra a Firmino la palette colori contemplata fino ad allora, che vanno dal tono 4, avorio, al tono 1, il più chiaro. L’attaccante guarda, ascolta, e sorridendo, ma non per questo scherzando, chiede: "Più bianco dell’1, non ce l’abbiamo?". Dalla sua dichiarazione di intenti nasce il Máximo, una tinta fuori scala ottenuta aggiungendo pigmenti ottici a un guscio in porcellana ultrasottile. Ventuno denti, arcata completa, e un riflettore che si accende ogni volta che il brasiliano apre la bocca. Il risultato è talmente brillante che i compagni lo battezzano Bobby Dazzlers.
Da lì l’effetto domino entra nel vivo: Philippe Coutinho si prenota nella stessa settimana, Sadio Mané l’estate dopo, e si convince persino l’allenatore Jürgen Klopp e dopo di lui il collega Brendan Rodgers. "Li voglio un tono sotto quelli di Bobby" è la richiesta del tedesco, ancora raccontata da Hughes. In meno di due stagioni a Liverpool si trovano così diversi volti con faccette nuove e/o sbiancamenti di supporto, come si potrà ben notare dalle foto di squadra. E così i Reds diventano l'improbabile laboratorio del bianco estremo, importando un trend di genetica latina sul palcoscenico dei campionati europei. Quando Neymar aggiornerà il proprio sorriso a Parigi, o Enzo Fernández comparirà a Londra con denti quasi ceramici, il riferimento sarà sempre lo stesso: quel Máximo coniato sulle rive del Mersey, e oggi presente anche nei listini delle cliniche di San Paolo e Rio de Janeiro.
Ognuno ci mette il proprio stile: Neymar opta per una limatura dei canini e faccette in porcellana dal colore smagliante; Rodrygo, Militão e Gabriel Magalhães seguono una strada simile, ma con un tocco di opacità in più; Enzo Fernández sceglie invece una via intermedia: veneers color Máximo sull’arcata superiore, denti naturali sbiancati sotto. Alle nostre latitudini, infine, Ciro Immobile nel 2023 appare improvvisamente con un sorriso più bianco e uniforme: alcuni specialisti ipotizzano una riabilitazione in ceramica con annessa limatura degli incisivi, ma senza che il diretto interessato confermi o racconti nulla di più in merito. Al contrario Nicolò Zaniolo documenta tutto del suo viaggio dentale a Istanbul, noto hub per questo ed altri ambiti chirurgici. La sua 48 ore è replicabile anche per chi arriva dall’estero: seduta di studio alla Natural Clinic Global, prove di colore, fresatura e cementazione delle faccette, intervento, foto sui social per marcare la differenza tra il prima e il dopo, e via. Benvenuti nell’era dei sorrisi in porcellana.




















































