Il calciomercato al tempo dell'AI e dei burner account Alfredo Pedullà contro Fabrizio Romano, e tanto altro ancora

Ci sono Fabrizio Romano, Grok (l’intelligenza artificiale di X), una manciata di account controversi e Alfredo Pedullà. No, non sono nella stessa stanza e non è l’inizio di una barzelletta, ma il casting della storia sotterranea - in ambiente digitale, prevalentemente a colpi di tweet - più curiosa di questa sessione di calciomercato. Per intenderci, una vicenda che nel chiacchiericcio sui social sta generando centinaia di migliaia di interazioni ogni giorno, reggendo la concorrenza del caso Lookman. Per comprenderne gli sviluppi e addentrarci nelle sue pieghe, facciamo un passo indietro e partiamo dalle fondamenta.

Protagonisti

Provare a ricostruire ex-post la faccenda è praticamente impossibile, soprattutto senza conoscere il linguaggio e i codici di X e della community di riferimento. Tra accuse reciproche, soprannomi poco lusinghieri ("Furbizio", "tuna oil", "sig. ciapanò", "Nanni Moretti") e uno slang specifico di acronimi e meme (fritture miste, "hwg", i due Spiderman), le schermaglie vanno avanti da settimane, incessantemente. E non ci sono soltanto i nomi di cui sopra, anzi diversi volti del giornalismo calcistico italiano - ad esempio Gianluca Di Marzio e Nicolò Schira - si sono uniti alla bagarre, seguiti da una nutrita schiera di neonati user che rendono difficile orientarsi anche per i più assidui frequentatori di X. Il calciomercato è bello anche per questo, in fondo: è il momento dell’anno in cui ci si appassiona alle storie più assurde. E quando sono gli stessi giornalisti ad alimentarle, il tritacarne del social gratuito per antonomasia risponde presente.

Prima di tutto può essere utile presentare i duellanti e le pedine coinvolte nella trama, come nello showdown di un western. Il protagonista indiscusso, volente o nolente, è Alfredo Pedullà, fondatore dell’omonima piattaforma e opinionista per Sportitalia, che si presenta al pubblico con un’eloquente bio: "pane, calcio e mercato". L’antagonista invece non necessita di introduzioni, trattandosi di un guru del calciomercato europeo: Fabrizio Romano, che con il suo trademark "Here we go!" (da cui il "hwg" nei tweet più piccanti di Pedullà) tiene aggiornati più di cento milioni di follower.

Poi ci sono Gianluca Di Marzio, che su Sky Sport ha cresciuto una generazione a suon di raffiche di calciomercato; il suo ex allievo Matteo Moretto, diventato un punto di riferimento soprattutto per il campionato spagnolo; Nicolò Schira, ex Gazzetta dello Sport, oggi attivo su Tuttosport e sul proprio sito; e Grok, l’AI che per volere di Elon Musk si è trasformata in una non-intelligenza artificiale (bestemmia, dice di ispirarsi ad Adolf Hitler e insulta altri utenti, giusto per dirne qualcuna).

Casus belli

Il terremoto, dicevamo, ha come epicentro Alfredo Pedullà, che da anni emana scosse dirette a colleghi con maggiore visibilità quali Romano e Di Marzio. Con due accuse ricorrenti: rubare esclusive altrui e servire "fritture miste" di notizie, cioè liste di nomi e squadre, a detta sua, confusionarie e senza fondamento. I primi attacchi risalgono alle sessioni di mercato 2023 e 2024, estive e invernali, ma è nell’ultimo mese e mezzo che le frizioni sono entrate nel vivo. E nello specifico durante le trattative per l’uscita di Dan Ndoye dal Bologna, con il Napoli beffato al fotofinish dal Nottingham Forest.

La disputa si accende intorno alla paternità della notizia, lo scorso 18 giugno. Romano e Moretto raccontano i passi avanti della dirigenza campana per l’esterno svizzero, e nei commenti si segnala un account (Francesco, @15Tefra91), che scrive: «Perché non citate mai l’autore dell’esclusiva, ovvero Alfredo Pedullà: l’importante è fare Here we go, non importa se si calpesta il lavoro degli altri. Bravi». La risposta di Romano arriva dopo un’ora e mezza circa: «Che strano account, Francesco». Non serve grande fantasia per coglierne il senso, anzi l’allusione a un profilo fake riconducibile a Pedullà è piuttosto chiara. E non nuova nell’ambiente.

Il botta e risposta apre il vaso di Pandora, e nel giro di qualche settimana arriva il bis. È il 21 luglio quando Pedullà riporta un aggiornamento su Ademola Lookman, in rottura con l’Atalanta. «Non vedo l’ora di vedere "Here we go" quando tu ci sei arrivato 48 ore prima» commenta tale AdeJonesNA, che incassa l’endorsement dallo stesso Pedullà. La replica di Romano stavolta arriva in pochi minuti: «Ade, già che aspettiamo per le news, vedo sia una strana foto che uno strano flusso di risposte», avanzando ancora il sospetto che si tratti di un burner account.

Sulla stessa lunghezza d’onda, il giorno successivo 15Tefra91 critica un tweet di Nicolò Schira, che si unisce al coro: «Profilo interessante questo. Chissà chi si cela dietro. Ah, saperlo…». E poi rincara la dose, a scanso di equivoci: «Questo fresco di creazione (giugno 2025). Comun denominatore: critiche/insulti random a tutti i giornalisti. Tranne uno. Indovina chi…»

Guerra dei cloni?

Senza dilungarci, la dinamica si ripete in modi analoghi con gli altri insider citati sopra, e con una serie di user anonimi (il primo fu tale Ciccio Esposito) accusati da mezzo Twitter Calcio di essere alter ego virtuali di Pedullà. L’escalation attira inevitabilmente la community, che reagisce documentando e scandagliando in profondità i profili di tutti i casi più sospetti; ma facendo anche emergere una nuova ondata di fake dei presunti account fake, cioè utenti che si stanno divertendo a fingere di essere pilotati in tal senso. Una matrioska impossibile da ricomporre.

I fatti si fermano qui, il resto sono congetture e chiacchiere. Di certo sappiamo che in passato Pedullà si è segnalato per un episodio piuttosto sospetto, con un auto-commento ad un proprio tweet in cui si invitava ad informarsi. Tanto è bastato per creare la narrativa e spingere l’opinionista di Sportitalia - o chi gestisce i suoi canali, come sottolinea puntualmente quando viene interpellato in merito - a bloccare una marea di profili. Cioè tutti (non per modo di dire) quelli che hanno avanzato sospetti e critiche nei suoi confronti, o verso account come Ade e Francesco. Il resto lo hanno fatto gli «strani flussi di risposte», direbbe Romano, da parte di questi «strani account».

Si tratta solo di sostenitori di Pedullà, e di detrattori dei suoi concorrenti più noti? Per quanto singolare, può darsi: non ci sono evidenze certe a suggerire il contrario, e da settimane gli stessi Ade e Francesco, oltre che negare qualsivoglia coinvolgimento, stanno postando foto e video tesi a dimostrare la loro reale esistenza. La ciliegina sulla torta è arrivata però con l’atterraggio di Grok nella vicenda: con toni poco eleganti l’AI si è inserita nel dibattito per roastare Alfredo, certa di avere davanti una serie di account fake dello stesso Pedullà. Per fortuna o purtroppo non avremo mai una verità incontrovertibile, un po’ come nel vero calciomercato. E ci piace così, no?