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Come guadagnano le scuderie di Formula 1

Solo nel 2024 sono stati generati ricavi per 3,4 miliardi di dollari

Come guadagnano le scuderie di Formula 1 Solo nel 2024 sono stati generati ricavi per 3,4 miliardi di dollari

La Formula 1 è cambiata radicalmente negli ultimi anni, e i team si sono dovuti adattare. Se fino ad inizio anni 2000 le scuderie erano principalmente di proprietà di ricchi imprenditori, nel corso degli ultimi anni anche i team storici hanno subito cambiamenti come in diversi altri settori. La McLaren, ad esempio, è controllata in maggioranza dalla Bahrain Mumtalakat Holding Company che fa a capo della famiglia reale dell’omonimo stato, o la RedBull che è al 51% controllata dal miliardario tailandese Chalerm Yoovidhya, mentre il fondo saudita PIF detiene il 20% della Aston Martin, e si vocifera che questa percentuale possa salire nei prossimi anni, senza dimenticare la già attuale e molto ricca sponsorizzazione con Aramco.

Se il business della Formula 1 ha attirato miliardari ed investitori di tutto il mondo, vuol dire che è uno sport che produce anche altissimi ricavi. Nel 2024 la F1 ha generato 3,4 miliardi di dollari di incassi, un salto di oltre 189 milioni rispetto al 2023. Ma da dove arrivano queste entrate? Il 32,8% dai media rights venduti a televisioni e media company di tutto il mondo, il 29,3% dalle ‘race promotion fees’, ovvero i soldi che vengono versati alla Formula 1 da ogni organizzazione che vuole ospitare una gara, mentre il 18,6% deriva dalle sponsorizzazioni dei vari brand, come i marchi del lusso, i colossi tecnologici e le bevande energetiche. Il resto delle entrate deriva invece da merchandising, licenze, pacchetti hospitality ed esperienze VIP, tutti elementi che arricchiscono ancora di più la F1, rendendola uno degli sport più ricchi.

Come guadagnano le scuderie?

Il mondiale costruttori ha un valore economico altissimo e ogni posizione in classifica ha un impatto evidente sui conti dei team di F1, che dalla prossima stagione saranno undici con l’ingresso di Cadillac. Quando vediamo team lottare per l’ottava e la nona posizione nel mondiale costruttori, non dobbiamo stupirci. Ad esempio, nel 2024 1,53 miliardi di dollari sono stati distribuiti ai team: McLaren, che ha vinto il mondiale, ha incassato 161 milioni di dollari, mentre Ferrari 151 milioni, e RedBull 140 milioni di dollari.

Guardando agli ultimi tre team in classifica, AlphaTauri ha incassato 90 milioni di dollari, Williams 79 milioni, e infine Sauber 69 milioni. Il gap tra il primo e l’ultimo posto è di quasi 100 milioni di dollari, abbastanza per incidere sui piani sportivi e finanziari di un team a medio termine, anche se la F1 cerca di tenere sotto controllo le disuguaglianze economiche attraverso il cost cap, che si aggira intorno ai 135 milioni di dollari per ogni team da spendere nell’arco di una stagione, costi che possono subire variazioni sostanziali causate dagli incidenti di gara ad esempio, che per quanto spettacolari hanno un impatto molto forte sui conti dei team di media e bassa classifica.

Il contratto che guida la F1

Il ‘contratto concorde’ guida la Formula 1 da anni. Introdotto per la prima volta nel 1981, il contratto stipulato tra la F1, il suo organo di governo (la FIA) e i team è stato creato per risolvere le varie dispute che ci sono ogni anno. Da allora si è evoluto, diventando un documento cruciale che regola tutto, a partire dalla distribuzione dei ricavi ai premi finanziari per i team. L’attuale contratto, firmato nel 2020, ha introdotto il ‘cost cap’ e rivisto la distribuzione dei premi, garantendo che le squadre più piccole ricevessero una quota più equa dei ricavi.

Secondo l’accordo del 2020, tra le altre cose, la Ferrari riceve un bonus storico stimato tra il 5% e il 10% del montepremi totale essendo l’unico team a competere in ogni stagione della F1 a partire dal 1950. Questo punto in particolare del contratto in essere fino alla fine del 2025 prima della rivoluzione del prossimo anno ha suscitato diverse polemiche in quanto molti pensano sia un vantaggio ingiusto, visto che la Scuderia di Maranello riceve un flusso di denaro garantito extra indipendentemente dalla posizione in classifica, visto il valore del brand.