
Tutti i calciatori esultano allo stesso modo quando vincono la Champions League
Un trend diventato tradizione
29 Maggio 2025
Vincere la Champions League rappresenta uno dei traguardi più importanti per un calciatore. In Europa non esiste un trofeo più importante e vincerlo è considerato un onore tra gli addetti ai lavori. In una delle sue tante citazioni azzeccate, José Mourinho definì la Champions come “la competizione dei dettagli”. La differenza tra vincere e perdere, in particolare nella finale secca, passa dal palo dentro-palo fuori. Ci sono così tante variabili che sfuggono al controllo di calciatori e allenatori che nel momento in cui si riesce a mettere le mani su questo trofeo in argento dalle grandi orecchie, disegnata dal gioielliere svizzero Jürg Stadelmann nel 1967, pesante 7,5 chili e alta 73,5 centimetri, la gioia diventa irrefrenabile. Le emozioni sono indecifrabili, un mix di sensazioni che cambia da persona a persona oscillando tra gioia, sollievo, commozione e felicità. Lo stesso non si può dire per il modo in cui si alza al cielo la Champions. Quello ormai è diventato uguale per tutti.
Il trend
Provate a farci caso. C’è un trend evidente tra i calciatori che vincono la Champions League: posare per una foto con il trofeo appoggiato sulla testa come un cappello. La forma stessa del trofeo si presta a questa soluzione dato che la base non è chiusa, come nei casi del trofeo dell'Europa League, ma è realizzata tramite una sorta di piatto fondo ribaltato. Dettaglio questo che, insieme al peso limitato del trofeo, invita i calciatori a lanciarsi in questo tipo di evoluzione. E così nel corso degli anni abbiamo visto diversi giocatori immortalati in questa posa: da Cristiano Ronaldo a Messi, da Kakà a Haaland, da Ronaldinho a Henry. Non sembra esserci giocatore che non ceda alla tentazione di posare la Champions sopra la propria testa in un gesto che è una sorta di espiazione per tutti i sacrifici, le ore di lavoro, la fatica necessaria e gli ostacoli superati per ottenere quel risultato.
Le origini
Quando e dove sia nato questo trend è difficile stabilirlo con certezza. L’ipotesi più probabile è che a lanciare questa tendenza sia stato Paolo Maldini. La leggenda del Milan ha vinto cinque edizioni della Champions League e in occasione del suo terzo successo nel 1994 ad Atene, nel momento in cui Mauro Tassotti gli porse il trofeo, lui prima alzò la coppa e poi la appoggiò sulla sua testa. Un gesto naturale che in quel momento passò completamente inosservato. E infatti servì un nuovo trionfo da parte del Milan per riportare alla luce questa esultanza. Nel 2003 a Manchester, questa volta da capitano, Paolo Maldini alzò la Champions League al cielo e poi, mentre i coriandoli rossoneri gli piovevano addosso, se la appoggiò sulla testa. Un gesto ripetuto anche nel 2007 in occasione del suo ultimo successo in Champions League ma a quel punto la sua esultanza era già divenuta un trend ripetuto in maniera ossessiva dopo ogni finale da parte dei vincitori.
Da trend a tradizione
Accadrà anche sabato all’Allianz Arena di Monaco al termine di PSG-Inter. Non ci sono dubbi. I nostri feed di Instagram saranno invasi dalle foto dei giocatori della squadra vincitrice che, come gli atleti ai Giochi Olimpici che sul podio si mettono in posa mentre mordono la medaglia, si metteranno sorridenti di fronte agli obiettivi dei fotografi con la Champions League appoggiata sulla testa. Nulla di male, anzi. È un'esultanza che ha perso ogni alone di fenomeno passeggero e si è trasformato in tradizione. Chi vince, è autorizzato a farlo. Ma ciò nonostante è ancora un gesto che in qualche modo, seppur ripetuto costantemente anno dopo anno, resta esclusivo. Perché prima di potersi mettere in posa con la coppa sopra la testa, bisogna sempre vincere la Champions League.