
Sta per nascere una nuova rivalità tra Nike e adidas nel ciclismo? In questo momento però sono gli outsider
L’edizione 2025 del Tour de France non è coincisa solamente con il ritorno nel ciclismo su strada di Nike, fresca di accordo con il team Visma-Lease a Bike, ma anche con il ritorno di adidas grazie all’accordo pluriennale con il team INEOS Grenadiers. Come nel caso dello Swoosh, anche il brand tedesco al momento non produrrà le divise ufficiali da corsa ma si limiterà alla produzione di capi per il lifestyle apparel come t-shirts, hoodies e scarpe sulla scia di quanto è stato realizzato nell’ambito della partnership con Mercedes in F1.
Il ciclismo quindi si prepara ad un ritorno al passato, quando i due brand si contendevano il centro della scena grazie ai successi di Jan Ullrich e Lance Armstrong. La situazione però ora è differente. Se in quel momento storico Nike e adidas dominavano la scena, non solo in ambito sportivo ma anche in ambito estetico grazie anche ad un forte investimento nella tecnologia per i tessuti dei kit e i materiali delle scarpe, ora non solo devono condividere la scena ma devono anche recuperare terreno rispetto a quei brand che in questi anni hanno lavorato con impegno e dedizione per guidare l’evoluzione estetica del ciclismo, su strada e fuori.
Chi comanda?
Approfittando del vuoto lasciato dai giganti in uscita dal ciclismo, alcuni brand meno conosciuti al grande pubblico si sono imposti come i leader della scena negli ultimi anni. Su tutti Rapha, brand inglese che ha ridefinito i parametri creando una serie di collezioni che spaziano dalle maglie in tinta unita sino a creazioni di ispirazione più moderna con fantasie e colori più accesi senza dimenticare salopette, pantaloncini aderenti e tutta una serie di gadget legati sia al ciclismo da strada che quello outdoor. Un tocco originale che Rapha ha applicato anche alle collezioni prodotte per EF Education–EasyPost, squadra UCI di cui è partner, dal 2020 in avanti per il Giro d’Italia. La squadra infatti non può indossare la sua maglia rosa di rappresentanza, per un evidente conflitto di interessi con la maglia regina della corsa, e per questo motivo negli anni sono state create: una maglia dai colori sgargianti realizzata in collaborazione con Palace Skateboards, una maglia nera con inserti colorati, una con pantoni cuciti uno accanto all’altro, una jersey con inserti rosa e azzurro shocking, una maglia nera caratterizzata da una fitta trama di linee rosa e infine una jersey bianca e pantaloncini neri con il classico rosa del team a definire i loghi e gli sponsor.
Ci sono poi brand storici come Santini, che produce le maglie della Lidl-Trek, oppure Castelli, il cui logo compare sulle divise della Soudal Quick-Step, senza dimenticare Gobik oppure Specialized, che dopo aver superato le polemiche legate alla tecnologia applicata ai caschi da cronometro oggi è famosa per griffare le divise ufficiali (tra le altre) del team Red Bull – BORA – hansgrohe. Non vanno poi dimenticati quei brand sparsi per tutto il mondo che sono stati in grado di coltivare una propria identità estetica così da catturare l’attenzione dei ciclisti amatoriali come ad esempio Sportful, Assos, Café du Cycliste, Attaquer, PEdAlED e Swatt Club. E l’interesse per l’estetica legata al ciclismo va anche oltre i brand che si dedicano unicamente a questo settore. Non mancano infatti i casi in cui i fashion brand dedicano collezioni esclusive per raffinare ulteriormente forme, disegni e colori. È il caso ad esempio di JJJJound che ha unito le forze con Pas Normal Studios per creare una maglia che riprende fedelmente un quadro di Claude Monet, "Campo di papaveri ad Argenteuil”.
Il caso delle squadre da calcio
C’è poi un altro trend che probabilmente ha convinto Nike e adidas a puntare nuovamente sulle due ruote ed è il fenomeno delle squadre di calcio che realizzano i propri kit da ciclismo. L’ultima squadra in ordine di tempo è stata il Milan con una collezione creata insieme a Castelli che riprende il concept di Home jersey, Away jersey e Third kit. L’Atalanta invece ha collaborato con Santini, azienda italiana con sede proprio a Bergamo, per realizzare il proprio kit da ciclismo che comprendeva anche una replica delle maglie Home e Away indossate nella stagione 2021/22. E l’idea di replicare maglie da calcio ma in versione kit da ciclismo guida dal 2021 Football Cycling Club, un collettivo inglese che riproduce alcune maglie retrò delle principali squadre inglesi con l’intento di essere indossate in bicicletta.
La Real Sociedad è un’altra squadra di calcio che ha lanciato la sua collezione da ciclismo, due kit realizzati sul design della maglia Home e Away in collaborazione con il brand Gobik, con tanto di logo societario sul petto. Una soluzione che era stata adottata anche dall’Athletic Club, sempre in collaborazione con Gobik, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario del club mentre Hibernian e Liverpool hanno adottato una soluzione autoprodotta con colori e loghi ufficiali ma rivisitando lo stile della maglia da calcio.
Cosa dobbiamo aspettarci da Nike e adidas?
È in questo contesto che Nike e adidas tornano ad operare nel mondo del ciclismo. Un contesto in cui dovranno sgomitare per far valere il loro peso e tornare a dettare legge. Come detto, per ora le prime produzioni saranno legate al lifestyle apparel e allora è lecito chiedersi quando potremo vedere la versione cycling core di Swoosh e three stripes. Ci vorrà del tempo, è inevitabile, ma prima o poi arriverà la maglia o la collezione che cambierà gli equilibri. Sino a quel momento però, sembra assurdo dirlo, Nike e adidas sono gli outsider di questa scena. Due realtà che per quanto grandi devono sviluppare un'idea alternativa che possa permettere loro di riconquistare una fetta di mercato.
Il ciclismo amatoriale è sempre stato quello che sta diventando ora il running, un esercizio in cui i progressi atletici contano relativamente. Conta montare in sella e uscire, meglio se in compagnia. In questo contesto amichevole è maturata anche la voglia di sperimentare nuovi colori e nuovi materiali per sviluppare la propria identità senza per forza indossare i kit delle squadre professionistiche e diventare una parodia di Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar. Se nel running la dimensione agonistica iniziale ha offerto a Nike e adidas un vantaggio competitivo nel momento in cui il mercato si è evoluto, nel ciclismo la situazione è diversa: qui dovranno praticamente ripartire da zero per conquistare ciclisti che hanno già investito tempo ed energie nella scelta di un brand perfettamente in linea con le proprie esigenze, tecniche ed estetiche.