Storia ed evoluzione dei palloni dei Mondiali Dal Tango e il Fevernova allo storico Jabulani

I Mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita e scandiranno quelli di chi verrà. E lo stesso discorso vale anche per i palloni utilizzati ai Mondiali. Il simbolo per eccellenza della competizione, un oggetto in costante evoluzione che però entra di prepotenza nel nostro immaginario per non uscirne mai più. La semplice visione o la citazione del suo nome è l’equivalente di una Madeleine di Proust, un dolce ricordo che ci riporta alla nostra infanzia oppure ad un momento di vita leggero. Un catalogo variegato che porta sempre la stessa griffe quella di adidas, fornitore ufficiale dei palloni dei Mondiali dal 1970 quando l’introduzione del Telstar cambiò l’intero paradigma estetico dei palloni di calcio.

Telstar e Tango

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Ancora oggi l'alternanza di esagoni bianchi e neri rappresenta l’immagine per eccellenza dei palloni. Così viene riprodotto nei cartoni animati e così lo sognano i bambini. Quella formula venne utilizzata per due edizioni dei Mondiali, come detto nel 1970 con dettagli in oro e successivamente nel 1974 con dettagli in nero. Nel 1978 una nuova rivoluzione con l’introduzione del template Tango ovvero motivi neri curvi e geometrici che si ripetono su ogni pannello la cui unione forma dei cerchi su punti differenti del pallone all’interno dei quali sono raffigurati diversi loghi. Un disegno rivoluzionario che verrà utilizzato per 20 anni con piccole variazioni sul tema.

Tutte le evoluzioni del Tango

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Nel 1986 per celebrare i Mondiali in Messico venne creato Azteca ovvero un template che riprendeva i motivi curvi ma questa volta non più colorati in tinta unita ma decorati con elementi che riproducevano, ovviamente, l’iconografia azteca. Una soluzione riproposta anche per Italia ‘90 con Etrusco Unico, dove la fantasia per decorare il template era un chiaro richiamo alla cultura etrusca. L’unica variazione sui colori arriva in occasione di Francia '98 quando il Tango perde il suo caratteristico binomio bianco-nero, lasciando il posto al blu con dettagli bianchi e rossi per riprendere la bandiera della Francia.

Fevernova e Teamgeist

A partire dalla rassegna del 2002 in Corea del Sud e Giappone, invece, i palloni hanno cominciato a rappresentare in tutto e per tutto i paesi in cui era ospitato il Mondiale. Il Fevernova ad esempio riprendeva la cultura asiatica grazie ad un trigono oro scuro con dettagli in rosso, un design rivoluzionario che segnava un punto di rottura. Un concetto valido anche nel campo della tecnologia dato che il Fevernova, grazie ad una combinazione di materiali speciali, risultò un pallone più leggero dei suoi antenati che permetteva ai calciatori di disegnare traiettorie sorprendenti.

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Il 2006 è l’anno del Teamgeist ovvero un pallone che abbandona la vecchia struttura esagonale a 32 pannelli aderendo ad un nuovo design a 14 pannelli. A livello estetico l’elemento di maggiore impatto del Teamgeist è rappresentato dall’inserimento di ellissi schiacciate al centro con finiture in oro per separare i 14 pannelli, per la prima volta non cuciti ma stirati. Questo stile curvilineo venne successivamente ribattezzato 8shape.

Jabulani

Tetraedro troncato. È la forma geometrica utilizzata per dare forma allo Jabulani, il rivoluzionario pallone utilizzato in occasione dei Mondiali 2010 in Sudafrica. Il pallone è caratterizzato da quattro elementi di design triangolare su uno sfondo bianco. I suoi undici colori simboleggiano sia gli undici giocatori di una squadra di calcio sia le undici lingue ufficiali del Sudafrica.

Un pallone che sin dal suo primo utilizzo diventò l’incubo dei portieri a causa degli 8 pannelli tridimensionali che sulla carta dovevano favorire i giocatori tecnici ma che nella realtà portò alla produzione di un pallone che volava senza seguire una traiettoria regolare ma cambiando direzione a seconda della potenza impressa al momento del tiro.

Brazuca, Telstar e Al Rihla

Recepite le critiche, adidas creò un’evoluzione della tecnologia applicata allo Jabulani nello sviluppo del Brazuca ovvero il pallone utilizzato in occasione dei Mondiali in Brasile del 2014 e che a livello estetico segna una svolta. Il motivo sono i colori utilizzati per colorare i sei pannelli, tanti e quasi di tonalità accesa: blu, rosso, nero, verde ed arancione su fondo bianco.

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Per il Telstar di Russia 2018 si torna invece alla classica colorazione bianconera con una sorprendente fantasia pixelata che può essere considerata come un’evoluzione del Telstar degli anni’70. Infine c’è stato Al Rihla, il pallone creato da adidas per Qatar 2022, il primo realizzato esclusivamente con inchiostri e colle a base d’acqua. L’ispirazione arriva dall’architettura, dalle tipiche imbarcazioni e, ovviamente, dalla bandiera del Qatar.