
I tunnel più spettacolari della Bundesliga Tradizione e creatività negli stadi tedeschi
La Bundesliga è senza dubbio il campionato europeo più attento a difendere le proprie tradizioni. La regola del 50+1, ovvero la norma che impone ai club di lasciare la maggioranza delle azioni ai propri soci, non è mai stata abolita nonostante i numerosi tentativi di farla cadere e permettere così che i fondi d’investimento arrivino anche in Germania. Mentre Liga e Serie A si stanno organizzando per portare una partita di campionato rispettivamente negli Stati Uniti e in Australia, Hans-Joachim Watzke presidente della DFL ha annunciato che sino a quando sarà lui in carica le partite di Bundesliga si giocheranno esclusivamente in Germania. Ma non pensate nemmeno per un momento che questa ferrea volontà di lasciare intatte le proprie tradizioni abbia trasformato la Bundesliga in un campionato noioso. Al contrario.
Secondo le stime di Kicker, le squadre del campionato tedesco nei prossimi 4 anni incasseranno in totale quasi 4,5 miliardi di euro solo per i diritti TV domestici, una cifra a cui aggiungere i 263 milioni di euro annui incassati dalla vendita internazionale come segnalato da The Athletic. Quest’ultimo dato mette la Bundesliga in coda a tutti i campionati europei, ma il contratto domestico è il secondo più redditizio dopo quello irraggiungibile della Premier League (6,7 miliardi di sterline tra il 2025 e il 2029). Difendere la tradizione, fare in modo che i valori dei club siano sempre rispettati, valorizzare il patrimonio storico. Il tutto senza dimenticare di rinfrescare la propria immagine, come confermato dal parziale rebranding operato nel corso di questa estate oppure la decisione di vendere parte dei propri diritti TV in Inghilterra a dei canali YouTube e non alle classiche piattaforme televisive.
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In tutto questo non abbiamo ancora citato gli stadi, uno dei punti di forza della Bundesliga. Secondo le stime ufficiali fornite dalla DFL, nella stagione 2024/25 sono stati veduti in media 38,082 biglietti per partita con un tasso di riempimento stagionale degli stadi del 95,9% con 15 squadre su 18 totali che hanno raggiunto o superato il 90% di riempimento. Questi numeri non fanno altro che confermare quanto si può notare tranquillamente ad occhio nudo ovvero che l’atmosfera negli stadi tedeschi è straordinaria, una scenografia resa ancora più speciale dalla cura dei dettagli. Come ad esempio i tunnel d’ingresso.
Non c’è campionato come la Bundesliga che sia in grado di valorizzare i corridoi che portano verso il campo da gioco. L’ultima squadra in ordine di tempo ad aver realizzato un tunnel scenografico è l’Augsburg: per celebrare le origini della città e il legame con l’Impero Romano, è stato realizzato un tunnel ispirato agli anfiteatri di Roma e Verona con un mosaico di pietre bianche in cui è stato incastrato lo Zirbelnuss, ovvero il logo del club. La scenografia è completata da un cancello posto al termine della scalinata e che viene aperto solo al momento dell’ingresso in campo delle due squadre.
Ovviamente non è l’unico esempio. Il più famoso è senza dubbio quello ispirato alle miniere di carbone realizzato all’interno della Veltins Arena di Gelsenkirchen, ovvero lo stadio di casa dello Schalke 04. Un teschio colorato da una luce rossa su una parete nera è l’ultima immagine che vedono i calciatori prima di scendere in campo al Millerntor-Stadion ovvero lo stadio di casa del St.Pauli. Luci neon verdi e la sagoma di un lupo decorano il tunnel del Wolfsburg. Poi ci sono le pareti nere del Deutsche Bank Park a Francoforte, le decorazioni gialle a spezzare le tenebre del Signal Induna Park di Dortmund, i tori disegnati sulle pareti della RedBull Arena di Lipsia, i neon rossi dell’Allianz Arena che ricordano agli avversari la maestosità del Bayern Monaco. Scelte estetiche che non vengono lasciate al caso ma che rientrano in un processo creativo ben definito in cui la forza evocativa della storia non viene sottovalutata ma anzi amplificata. Soluzioni che arricchiscono il prodotto, che amplificano il legame con la tradizione senza però scadere in scelte monotone oppure folkloristiche.





























































