Storia delle holey t-shirts nel mondo del running Da Nike e Satisfy alla collab tra Salomon e Mental Athletic

Per decenni, gli atleti hanno affrontato alcune delle condizioni meteorologiche più estreme negli sport di endurance lungo il percorso della leggendaria Western States Endurance Run 100 (una gara di ultratrail che si svolge tra le montagne della Sierra Nevada, in California), che si tiene ogni anno a giugno. 100 miglia con temperature che possono superare i 40°C; un percorso in cui i runner hanno sempre dovuto trovare soluzioni innovative per gestire il caldo e mantenere le proprie prestazioni. Una di queste soluzioni, adottata negli ultimi anni, si è rapidamente trasformata in un vero e proprio codice di design per il mondo del running: parliamo del gesto di bucare la propria canotta con piccoli fori nella zona del petto, con l’obiettivo di aumentare il flusso d’aria e regolare la temperatura corporea. Un accorgimento semplice ma efficace che si è ripetuto nel tempo - dalle vittorie leggendarie di Scott Jurek, al trionfo di Ryan Sandes, fino ai record inseguiti dal maratoneta Jim Walmsley. In tutti questi scenari, la canotta traforata è stata un simbolo di ingegno e adattamento a condizioni di gara estreme.

Salomon x Mental Athletic

Storia delle holey t-shirts nel mondo del running Da Nike e Satisfy alla collab tra Salomon e Mental Athletic | Image 582344

È proprio da questa piccola chicca di design che Salomon ha scelto di partire, lavorando a stretto contatto con il runnner sudadricano Ryan Sandes e con il team dell’Annecy Design Center (dove si trova l’headquarter di Salomon), per sviluppare una canotta prototipo dedicata, progettata specificamente per la Western States Endurance Run 100. Questa collaborazione nata unendo l’esperienza dell’atleta e il know-how di design di Salomon ha dato vita a un prodotto che ha contribuito alla vittoria di Sandes nella sua storica vittoria alla Western States. E dunque, quello realizzato da Salomon a Mental Athletic è solamente l'ultimo capitolo della storia evolutiva dei ventilated design - insomma, termine sotto cui, d'ora in poi, inseriremo tutti quei capi d'abbigliamento appartenenti alla macrocategoria del running che si presentano con dei particolari fori sulla zona del petto (come se i prodotti fossero stata attraversati da una carica di pallottole), che abbiamo scoperto non essere puramente dettagli estetici. Se Salomon e Mental Athletic sono gli ultimi della lista ad essersi imbattuti in questa tipologia di design, quali sono gli altri brand che hanno fatto di questi design la loro fortuna? 

Satisfy

È il brand di running francese ad essere stato uno dei maggiori esponenti per questo design nell'ultimo decennio. Si chiama MothTech la tecnologia che è diventata sinonimo del brand sin da quando nel 2015 ha lanciato sul mercato il prodotto disegnato in prima persona dal founder Brice Partouche. Ispirato dalle magliette bucate di vecchie band rock con le quali andava a correre, Partouche ha studiato la mappatura del corpo per isolare i punti chiave della traspirazione umana ed aiutarli attraverso delle microforature che appunto ricordano quelle che lasciano le tarme sui vecchi vestiti. L’incontro tra la funzionalità dedicata alla performance e l’estetica grunge da second-hand non poteva che infiammare l’attento pubblico del running proprio nel momento in cui questa attività, solitamente solitaria, si è trasformata in un attività puramente comunitaria, grazie ai running club che iniziano a proliferare uno dietro l'altro. Spazi d’aggregazione e condivisione necessari per superare il periodo post-Covid e lanciarsi in una nuova socialità fatta anche e soprattutto di corse post-lavorative. 

Satisfy vs Nike

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Quello dei ventilated design è un trend talmente influente e significativo che tutti vogliono metterci le mani sopra, fino ad allungarle un po’ troppo come nel caso di Nike, che tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025 ha esagerato con la sua voglia di realizzare un prodotto troppo simile a quello di Satisfy. La colpa, o la presunta tale, inoltre è stata amplificata dal rapporto di forza tra i due brand coinvolti, quello che una volta si sarebbe definito Davide contro Golia. Da una parte il gigante worldwide dell’abbigliamento sportivo, uno dei brand più riconoscibili e conosciuto al mondo, nell’altro angolo l’azienda formato boutique, senza CdA o stakeholders ma con un grande numero di seguaci, come recita uno dei più celebri claim del brand, Running Cult Member. Una differenza di scala che testimonia anche gli approcci profondamente differenti, che Satisfy ha voluto lungamente precisare nella sua risposta su LinkedIn alla presunta copia di Nike.

«Questo incidente evidenzia il cambiamento che SATISFY ha innescato nel mondo della corsa, dove i marchi indipendenti stanno guidando l'innovazione all'intersezione tra sport, stile e cultura. I nostri modelli hanno risonanza tra i runner che cercano un'attrezzatura che soddisfi le loro esigenze di prestazione e rifletta la loro identità, sfidando lo status quo. Siamo grati alla nostra comunità per la sua vigilanza e il suo incrollabile sostegno, mentre continuiamo a spingerci oltre i confini della cultura del running»

Questo è accaduto perché, a fine 2024, Nike ha caricato sul proprio store online una t-shirt disegnata dalla Nike Running Division, senza particolari aspettative. Si tratta di un modello tecnico, disponibile in blu e grigio chiaro, realizzato con il materiale proprietario Dri-Fit, molto simile a tanti altri in vendita da anni. L’unica vera differenza rispetto al MothTech di Satisfy -che non è soltanto una tecnologia, ma una tecnologia integrata a un preciso design - è la presenza di fori sul petto e sulla schiena, come se la maglietta fosse stata attraversata da una raffica di proiettili. Un dettaglio insolito, che ha immediatamente catturato l’attenzione di una parte ben precisa della running community: quella che ha eletto Satisfy a proprio culto di riferimento.

Nike & Nike ACG

La critica in questione è stata sollevata da Satisfy, poiché si tratta di due prodotti messi in commercio rispettivamente dai due brand. Satisfy ha contestato a Nike non solo di aver realizzato un prodotto molto simile al proprio, ma soprattutto di averlo fatto con finalità commerciali. Questo perché Nike aveva già sviluppato in passato un design ventilated: alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, infatti, i runner Meb Keflezighi e Galen Rupp gareggiarono con un singlet traforato. Quel modello, però, era destinato esclusivamente alle performance e non venne mai commercializzato.

Nike, in particolare con la linea Nike ACG, sembra aver preso questa sfida ancora più seriamente negli ultimi tempi, mettendo in campo una volta per tutte tutta l’innovazione che la contraddistingue a livello mondiale e uno spending power per gli investimenti tecnologici che la rende ancora oggi il brand sportswear all’avanguardia che tutti conosciamo. Lo Swoosh ha lanciato Radical AirFlow, una tecnologia che inaugura una nuova era per l’abbigliamento tecnico. Pensata per affrontare condizioni estreme come le 100 miglia della Sierra Nevada, dove caldo e umidità mettono a dura prova gli atleti, questa innovazione sfrutta condotti d’aria ingegnerizzati e una costruzione ispirata al principio di Bernoulli per accelerare il flusso dell’aria sulla pelle e potenziare l’evaporazione del sudore.

Il risultato? Una sensazione di freschezza costante. Le prime versioni, testate per due anni sul campo e nei laboratori NSRL di Nike, hanno convinto anche gli ultrarunner più esigenti grazie a leggerezza, traspirabilità e a un design studiato per eliminare sfregamenti e distrazioni. Il debutto avverrà con una maglia a maniche lunghe dotata di aperture strategiche e zone a ventilazione dinamica. Ma la visione è molto più ampia: Nike prevede infatti di applicare questa innovazione a diversi sport, dall’outdoor al running su strada, fino agli sport di squadra. Ad oggi, in termini di design e prodotto "finito", la tecnologia si è espressa in una longsleeve traforata di bellezza unica.

Insomma, se da oggi, tra t-shirt vintage di rock band e maglie da running, vedrete sempre più design “traforati”, saprete qual è la backstory che si cela dietro.