"F1 - Il film" continua l’eredità di "Top Gun: Maverick" Anche se Brad Pitt non raggiunge l'epicità di Tom Cruise

Non solo, dopo aver diretto Top Gun: Maverick, Joseph Kosinski si è messo alla direzione di F1 - Il film, ma per il progetto è tornato a lavorare con lo sceneggiatore Ehren Kruger, che insieme ai colleghi Christopher McQuarrie e Eric Warren Singer aveva dato vita, corpo e dialoghi al ritorno di Tom Cruise sullo schermo per l’acclamato sequel del 2022. La firma dei collaboratori è immediatamente evidente durante la visione del film. Incentrato sul mondo delle gare automobilistiche, il progetto non segue pedissequamente la struttura e gli intenti del precedente Top Gun: Maverick, ma li richiama nei toni, nell’umorismo, nella sfrontatezza e nella classicità di tanto cinema elementare (e perciò efficace) hollywoodiano. La descrizione dei protagonisti è la stessa: uomini che hanno superato la cinquantina - facciamo anche la sessantina - con un debito da dover riscuotere con il passato e la voglia di sfrecciare senza dover rendere conto a nessuno, che sia su un Boeing F/A-18 Super Hornet su per il cielo o in una macchina iper-tecnologia da manovrare in pista. F1 è un prodotto scontato, sì, eppure la sua grandiosità, il suo rumore e la sua prevedibilità concedono allo spettatore la visione spensierata e carica di adrenalina che promette.

Conosciamo Sonny Hayes, un Brad Pitt sempre più nella sua Cliff Booth Era, che dopo un grave incidente subito da giovane e che lo ha allontanato dai circuiti della Formula 1 torna per aiutare l’amico Ruben Cervantes, interpretato da Javier Bardem, e si concede un piccolo riscatto. Sonny, però, non dovrà essere soltanto uno dei cavalli da corsa della scuderia del compare, ma dovrà cercare di fare da mentore al giovane rookie Joshua Pearce (Damson Idris), il quale si sentirà minacciato dalla presenza di un possibile rivale, pur appartenente alla sua stessa squadra. La dinamica generazionale è predominante proprio come in Top Gun: Maverick, e presenta una chiara rilevanza all’interno delle fila della narrazione di F1 - Il film, con un piglio sempre leggermente paternalistico che si finisce però per accettare mentre si osservano le gare e gli scambi prima piccati, poi motivazionali, tra i personaggi. Tutti rivolti ad un unico obiettivo: i protagonisti verso la vittoria della stagione di Formula 1, Kosinski e la sua crew al raggiungimento dell’emozione e della scossa di energia da voler trasmettere attraverso il film. E ci riescono senza giravolte pindariche o guizzi di fantasia, rispettando l’economia dei blockbuster, pur con qualche vezzo come l’aver girato durante le vere gare di Formula 1 in giro per il mondo e aver coinvolto alcune delle più note personalità del circolo delle corse - tra tutti, a comparire sia nel film che come produttore, è il campione Lewis Hamilton

Così, per Joseph Kosinski, F1 - Il film diventa la stessa conquista che insegue il suo protagonista Sonny e che anche per il regista ha radici nel passato: desideroso da anni di realizzare un film sulle corse, il cineasta aveva dovuto rinunciare alla sua versione di Ford v Ferrari (conosciuto in Italia come Le Mans ’66 - La grande sfida, con Christian Bale e Matt Damon) diretto poi da James Mangold poiché meno costoso. La produzione che sognava Kosinski, il cui titolo sarebbe stato Go Like Hell, avrebbe coinvolto lo stesso Brad Pitt insieme a Tom Cruise, quest’ultimo scartato come opzione per F1 in quanto troppo zelante e spericolato, una scelta presa non solo dal regista ma su consiglio della sua stessa troupe, buona parte proveniente dalla saga di Mission: Impossibile e sollevata nel sapere di non aver rischiato un incidente di macchina con l’attore che, sicuramente, avrebbe trovato la maniera di superare i propri limiti al voltante. Seppure non nello stesso film, Pitt e Cruise si fanno comunque da contraltare l’uno con l’altro vista la vicinanza evidente nelle soluzioni narrative di Maverick e F1, pur col secondo titolo meno incisivo e spettacolare rispetto al ritorno del cult degli anni Ottanta, mancando di un background che aveva reso il sequel del 2022 non solamente un portale per la nostalgia, ma un vero e proprio evento cinematografico che risanava le ferite ancora aperte del botteghino causate dal Covid-19 e ricordava al pubblico la grandezza semplice e per questo grandiosa del cinema americano. Sulla stessa scia ma meno incisivo, parlando a qualsiasi tipo di pubblico e non mancando di farsi lungo spot della disciplina che viene tirata in ballo, F1 - Il film è il blockbuster estivo per antonomasia, con la star di turno e la sua storia di riscatto che stimolano l’epinefrina e fanno entrare facilmente in contatto gli spettatori con i personaggi, mentre li si osserva nel tentare l’impossibile e riuscire ad agguantarlo.