La squadre di Serie A hanno rinunciato ai font in Champions League Un'occasione sprecata

È iniziata la Champions League e ancora una volta le squadre di Serie A hanno deciso di affidarsi a Moustaches. Si tratta del font sviluppato da Stillscreen, l’azienda italiana che dalla stagione 2020/21 produce il font unico per tutte le squadre del campionato italiano. Numeri e lettere creati seguendo dei parametri UEFA ben precisi che per regolamento le squadre di Serie A devono indossare in campionato e in Coppa Italia. Per quanto riguarda le coppe europee non c’è nessuna regola che imponga il suo utilizzo. Eppure quasi tutte le squadre italiane che dalla stagione 2020/21 ad oggi hanno partecipato a Champions League, Europa League e Conference League non hanno cambiato il proprio font continuando a portare in campo quello utilizzato in campionato.

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Un’eccezione è rappresentata dal Milan che sia nella stagione 2023/24 che nella stagione 2024/25 ha portato in campo un font vicino alla propria brand identity. Poi c’è il Napoli che in occasione del debutto all’Etihad Stadium contro il Manchester City ha fatto esordire un nuovo font molto pulito, che non disdegna forme spigolose e allo stesso tempo non appesantisce la maglia grazie alla presenza di curve morbide. Una scelta perfettamente inserita nella strategia comunicativa del club, un percorso in cui gli elementi visivi sono centrali. Font compresi e infatti il Napoli ha deciso di utilizzare lo stesso sistema di lettere e numeri utilizzato per le sue comunicazioni ufficiali.

Gli esempi fuori dall’Italia abbondano. Le squadre di Premier League non perdono occasione per portare in campo i rispettivi font non appena non giocano in campionato. L’Arsenal ha proposto numeri grandi e spigolosi, il Tottenham invece ha optato per una silhouette più sottile, numeri in rilievo e senza curve per il Liverpool, il Chelsea ha sfoggiato il font CFC Serif sviluppato da F37® Foundry. Stesso discorso per le squadre di Liga, a loro volta vincolate dal font unico in campionato. Il Real Madrid ha cercato di bilanciare curve e forme geometriche, il Villarreal ha spinto su forme più bombate. E non pensate che il discorso coinvolga solamente le squadre dei top campionati. Il Benfica ne ha ha utilizzato uno diverso, più pulito, da quello che per regolamento deve portare in campionato.

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Visual identity è la parola chiave. Sempre più squadre europee stanno rinnovando la propria immagine sviluppando dei font unici e propri. Una necessità che non coinvolge solo le big del calcio europeo, come dimostra il caso del Pisa in Italia. La decisione di portare in Europa il font unico della Serie A è sinonimo del fatto che le squadre hanno deciso di non curare una parte importante della propria identità. Se le squadre che partecipano alle coppe europee si ritengono soddisfatte dei font creati per il campionato e non credono di dover creare un prodotto speciale, è loro diritto ma resta comunque l’amaro in bocca. I font unici sono uno strumento utile per rendere un qualsiasi campionato immediatamente riconoscibile nel momento in cui si si sintonizza su una partita. La Champions League non necessita di un font unico. È il torneo di calcio più seguito al mondo grazie anche ad un’estetica perfettamente distinguibile, di conseguenza consegna a 36 squadre all’anno un palcoscenico su cui mostrare la propria personalità. E se più squadre utilizzano lo stesso font allora questa personalità non esiste.