
Il Bodø/Glimt ha portato la Champions League al Circolo Polare Artico Storia ed estetica del prossimo avversario della Juventus
La trasferta che la Juventus e i suoi tifosi faranno al Circolo Polare Artico sarà indimenticabile per diversi motivi. Un posto, l’Aspmyra Stadion, di cui si possono percepire il gelo e il vento semplicemente guardandolo dalla televisione. Una squadra, il Bodø/Glimt, diventata in principio orgoglio della Norvegia settentrionale fino ad essere il club più rappresentativo della Scandinavia. Mai prima d’ora la Champions League si era giocata così a nord e probabilmente neanche il tifoso più fedele se lo sarebbe aspettato. Ora che il sogno è realtà, il Glimt vive il presente nel suo magico fortino di casa e guarda al futuro con prospettive di nuove infrastrutture.
Giocare a calcio a Bodø
Per capire l’eccezionalità di ciò che sta accadendo in questa parte di mondo, bisogna andare alle radici. Bodø è una città norvegese di poco più di 53 mila abitanti situata nella contea del Nordland, distretto di Salten. Famosa per la pesca delle aringhe, oggi si sta orientando sempre più sul settore commerciale ed amministrativo cercando di emulare lo sviluppo del sud della nazione. L’highlight storico più interessante risale al 1818, quando l’accusa di contrabbando verso alcune navi inglesi che operavano nella zona produsse un conflitto diplomatico britannico-norvegese, conosciuto come il Bodø Affair.
Il calcio in città arrivò quasi un secolo dopo, precisamente nel 1916, con la fondazione della società calcistico-sciistica Glimt, che in norvegese significa fulmine. Quando ci si accorse che esisteva già un’altra squadra con la stessa denominazione, il passaggio a Bodø/Glimt fu del tutto naturale nonché importante per distinguerlo dal Grand Bodø, l’altra squadra della città nata l’anno seguente. Per quasi 50 anni il Glimt, così come tutti gli altri club del nord della Norvegia, fu limitato a giocare nel campionato della regione, poiché la Federcalcio considerava il livello calcistico di queste zone troppo inferiore per poter essere ammesso ad una competizione nazionale. La partecipazione alla Coppa di Norvegia fu aperta solamente a partire dal 1963, con il Glimt che 12 anni dopo arrivò a conquistare il trofeo. Quella vittoria non servì solamente a combattere la stigmatizzazione calcistica subita dal Nord ma diventò il simbolo del riscatto sociale di un'intera regione, che vide nella squadra qualcosa di cui andare estremamente fieri. Dopo essersi affermato a livello nazionale ed aver attraversato decenni di saliscendi economici e di categoria, il club sta vivendo da un lustro la sua epoca d’oro. Il primo storico trionfo in campionato è arrivato nel 2020, a cui sono seguiti altri tre titoli nazionali e delle cavalcate europee indelebili, culminate con la prima partecipazione alla League Phase di Champions League.
La collabo adidas x Moon Boot della Juventus
La Juventus è quindi attesa da un clima rigido e per questo motivo, in occasione della trasferta in Norvegia, ha sfoggiato una collezione a sorpresa. Una collabo tra tra adidas e Moon Boot con i calciatori bianconeri che alla partenza da Torino hanno indossato delle giacche imbottite riflettenti in due versioni, nero e argento. Ispirata all'estetica spaziale, la capsule collection, che fonde i materiali tecnici di adidas con la creatività di Moon Boot, richiama uno spirito che unisce outdoor e urban. Per certi versi l'evoluzione invernale della giacca CLIMACOOL pensata per i piloti Mercedes in F1 con cui garantire fresco in qualsiasi situazione di caldo. In questo caso la giacca è pensata per offrire la maggior protezione possibile dal freddo gelido del Circolo Polare Artico, senza derogare sullo stile.
La storia dell’Aspmyra Stadion
La casa del Bodø/Glimt è dal 1966 l’Aspmyra Stadion, il cui nome si riferisce all’area in cui è stata costruita. Nato su grande propulsione dei cittadini che pretendevano un impianto locale di riferimento, era inizialmente una struttura polisportiva con tanto di pista circolare dove si praticavano anche l’atletica leggera e il pattinaggio di velocità. Dopo numerose ristrutturazioni, oggi l’Aspmyra si presenta come uno stadio che di per sé non ha un granché da dire, somigliando ad uno degli stadi generici che si può trovare giocando alla PlayStation. Gli attuali 8270 posti sono distribuiti su una pianta rettangolare formata da due tribune con copertura e altre due scoperte dietro le porte, costruite gradualmente per soddisfare la crescita di pubblico e parametri UEFA. Il campo dal 2006 è in erba sintetica con un sistema sotterraneo di riscaldamento, scelta inevitabile e tipica di queste latitudini, con la società che, per qualche gara, fu costretta a giocare nel Norlandshallen, un impianto coperto da 5500 posti oggi utilizzato per l’allenamento invernale. Un recinto in legno percorre il perimetro esterno, nello spiazzo di fronte alla tribuna principale si trovano tre statue bronzee di calciatori in movimento.
A rendere speciale questo impianto, cuore pulsante della comunità, sono le gesta della squadra e gli aneddoti che orbitano intorno ad esso. Anzitutto, sul sito ufficiale del club una sezione per gli oggetti smarriti dà la possibilità di recuperare in determinati orari gli affetti dimenticati allo stadio, servizio pressoché unico. I quattro riflettori che si ergono sui tralicci agli angoli del campo, simili a quelli che si possono trovare su un qualsiasi campo dilettantistico, nel 2001 furono acquistati di seconda mano dall’Ullevaal Stadion di Oslo poiché la loro presenza aveva causato una lamentela da parte del circostante Aeroporto di Bodø, situato a 10 minuti a piedi dallo stadio, a causa del disturbo luminoso che causavano ai piloti in fase d’atterraggio. Nel 1997 invece la municipalità cedette al Glimt lo stadio ma, dopo che il club ricevette illegali sussidi pubblici, nel 2011 fu rivenduto al comune per evitare la bancarotta.
I precedenti italiani all’Aspmyra
La Juventus sarà la quinta squadra italiana a giocare a Bodø. Anche Sampdoria e Milan hanno affrontato i norvegesi ma non all’Aspmyra Stadion: i blucerchiati persero 3-2 nel 1994 ad Oslo perché lo stadio del Glimt non era attrezzato a dovere per ospitare gare europee mentre i rossoneri, con lo stesso risultato, li batterono a San Siro nel 2021 in gara secca, per via delle misure anti-covid. La prima a raggiungere la città di fronte ai fiordi fu il Napoli, nel 1976, dopo 18 ore di viaggio tra vari scali. Arrivati per disputare il primo turno di Coppa delle Coppe, gli azzurri vinsero per 0-2 contro un Bodø/Glimt che aveva conquistato la sua prima Coppa di Norvegia pur giocando in seconda divisione. Ad assistere al match tra i dilettanti polari e la formazione di Burgnich e Savoldi vi furono ben 7250 spettatori. Due anni più tardi, nel 1978, fu la volta dell’Inter salire fin qui per il secondo turno della medesima competizione. Risultato finale 1-2 nonostante l’illusorio vantaggio del Glimt, in un doppio confronto che aveva dato il suo responso già con il 5-0 del Meazza.
I norvegesi all’Aspmyra sono infine diventati l’incubo delle due squadre romane, battendole tre volte su tre negli ultimi anni. Nei gironi di Conference League del 2021-22 hanno trafitto la Roma con uno storico 6-1 e battendola nuovamente per 2-1 ai quarti di finale, prima di essere eliminati al ritorno. Nella stagione 2024/25 è poi toccato alla Lazio cadere nei quarti di Europa League per 2-0, facendo del fattore campo un qualcosa di determinante che la Juve non potrà sottovalutare.
Lo spazzolino simbolo e il futuro stadio
Come raccontato, il Bodø/Glimt gode di un fervente supporto di tutta la regione del Nord, sfociato con la Coppa vinta nel 1975. I suoi tifosi sono conosciuti come Den Gule Horde, L’Orda Gialla, colore delle divise indossate dalla squadra. Sono considerati tra i pionieri del tifo norvegese e sono famosi per un oggetto di tutti i giorni diventato iconico, di cui bisogna raccontare la storia. I supporters erano soliti ritrovarsi nei pressi dello stadio per vivere insieme un lungo pre partita. Alcuni, perciò, portavano nelle tasche anche uno spazzolino da denti che iniziò ad essere utilizzato da Arnulf Bendixen, leader della tifoseria, per orchestrare i cori sugli spalti. Vista la crescente popolarità di questa abitudine, la Jordan Toothbrushes ebbe l’idea di realizzare un enorme spazzolino giallo da donare ai tifosi. Da allora, prima di ogni partita casalinga, la Den Gule Horde consegna uno spazzolino da denti giallo al capitano della squadra ospite.
Oltre allo zoccolo duro sempre fedele, i successi del club hanno inevitabilmente attratto più persone, dando vita ad un’autentica Glimt-mania. In occasione della semifinale di Europa League raggiunta lo scorso anno contro il Tottenham la caccia al biglietto è stata folle: per i 480 biglietti della vendita libera sono state presentate oltre 50 mila richieste, con alcune persone che hanno promesso pesce essiccato e carne di renna in cambio di uno storico ticket. Tra folclore, simboli bizzarri e prestigio il Bodø/Glimt dà l’impressione di essere un club che ha chiaramente superato le proprie aspettative ed ambizioni, vivendo qualcosa di più grande di quello che l’Aspmyra Stadion può offrire. Perciò, come vi abbiamo già raccontato, la società ha pensato da tempo ad un nuovo stadio, con il progetto che è stato approvato dal consiglio interno lo scorso settembre. Nonostante una strategia comunicativa molto discreta che sta creando interrogativi sulla provenienza dei fondi che verranno utilizzati, l’Arctic Arena/Nye Aspmyra sorgerà a Thalleveiåkeren, appena fuori dal centro cittadino, e dovrebbe essere pronta per l’autunno del 2027.


















































