Storia delle opere d’arte negli stadi Un particolare connubio in un luogo insolito

Parlare di musei e gallerie d’arte all’interno di impianti sportivi può sembrare strano, specialmente per il modo di intendere lo stadio in Europa. L’evento sportivo dal vivo è concepito dalla maggioranza delle persone come l’unica attrazione, quella per cui si paga il biglietto. La visione statunitense di ciò è diametralmente opposta, con la partita di basket, baseball o football americano che è parte di uno show e di un’esperienza multidisciplinare. Proprio oltreoceano, negli impianti più moderni, molteplici stadi ospitano installazioni artistiche e mostre al loro interno, con una fruibilità totalmente libera per il visitatore. Casi isolati, forse anche più identitari tra di loro, si sono sviluppati anche in Europa.

L’arte negli stadi americani

Il Mercedes-Benz Stadium di Atlanta ospita le partite degli Atlanta Falcons nella NFL e dell’Atlanta United in MLS. Impianto unico a livello architettonico, ispirato al Pantheon romano, il gigante da 71 mila posti ospita una collezione d’arte estremamente varia, mantenendo come riferimenti fissi lo sport e la declinazione storico-culturale della città di Atlanta. Curata dal Savannah College of Art and Design (SCAD). Tra installazioni esterne e opere interne si contano 180 pezzi d’arte realizzati da 55 artisti differenti, provenienti da tutto il mondo. Tra i pezzi d’arte più rilevanti spicca The Falcon dell’ungherese Gábor Miklós Szőke, uccello simbolo del club cittadino di football americano realizzato in acciaio inossidabile e bronzo, con un’apertura alare di 20 metri ed un’altezza di 13, sotto le cui ali passano migliaia di spettatori ad ogni match. Sempre agli ingressi dello stadio si presenta un Telstar, primo pallone da calcio multipannello, di 17 tonnellate realizzato da Studio Roso. C’è poi la tela satirica On the Line di Jake Messing, dove un gruppo di arbitri si butta nella mischia footballistica, il murale Atlanta is Beautiful con i personaggi più influenti della città e ancora One Voice, installazione composta da 8 mila lacci di scarpe.

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Segue l’AT&T Stadium di Arlington con qualcosa di ancor più curato. Per lo stadio texano a 20 miglia da Dallas i proprietari dei Dallas Cowboys, la famiglia Jones, hanno voluto fortemente che gli spazi interni della struttura ospitassero una collezione d’arte contemporanea. Il risultato è incredibile, con una quarantina di opere di dimensioni maestose scelte da un Art Council apposito. Terra (camouflage) di Aitken mostra una superficie d’acciaio frammentata con un effetto caleidoscopico dai mille riflessi, Daniel Buren compone una parete gialla con placche d’alluminio serigrafate, Teresita Fernandez con il suo Starfield in stile minimalista fa vedere un luccicante cosmo stellato. Nel Levi’s® Stadium di Santa Clara, casa dei San Francisco 49ers dal 2014, è presente invece quella che viene definita la più larga collezione artistica all’interno di uno stadio. Oltre 200 opere e più di 500 fotografie che variano dai ritratti di grandi giocatori della squadra di football americano a personaggi e paesaggi tipici della splendida area della Baia di San Francisco. Il T-Mobile Park della squadra di baseball dei Seattle Mariners vanta una cinquantina di opere tra pitture, stampe e fotografie. Filo conduttore è ovviamente lo sport praticato qui dentro. Tra le installazioni spicca sicuramente The Tempest, un candelabro composto da 1000 mazze da baseball in resina spiraleggianti, assieme al MITT di Tsutakawa, un guantone da baseball gigante in bronzo fuso.

C’è poi l’Allegiant Stadium di Las Vegas, dove nel 2021 è stata allestita un’interessante mostra che univa la squadra di football americano dei Raiders con le personalità celebri dell’iconica città del Nevada, potendo così apprezzare Elvis Presley in tenuta da quarterback e Frank Sinatra in vesti simili. L’Arrowhead Stadium di Kansas City è stato considerato un impianto avanguardistico fin dalla sua nascita, nel 1972. Dopo la ristrutturazione avvenuta nel 2010, si è voluto aggiungere a questo capolavoro architettonico una Art Collection che arricchisse l’esperienza dei tifosi dei Kansas City Chiefs. Il risultato è stato dar vita a 37 opere che uniscono la squadra di football con la più popolosa città del Missouri.

Il GEODIS Park, gioiellino di casa del Nashville Soccer Club, ospita un’avveniristica Soundwaves Gallery. Il ritmo della musica della Città del Country e gli ambienti naturali cittadini si mischiano in 44 artworks di altrettanti artisti locali, dando vita alla galleria chiamata The He(art) of Nashville”. In Messico, nello stadio in cui disputa le partite casalinghe il Chivas Guadalajara, è stato inaugurato nel mese in corso un vero e proprio museo. Stiamo parlando del Museo JOVEM, situato all’interno dell’Estadio Akron, che ospiterà i Mondiali 2026 come altre strutture già citate. Uno spazio ultramoderno con percorsi interattivi ed immersivi, caratterizzati dalla luce e dall’energia che questa trasmette.

I curiosi casi europei

Seguendo il modello americano in tutto e per tutto, il Tottenham Hotspur Stadium non poteva esimersi dall’ospitare un propria galleria in stile statunitense. La OOF Gallery è un’area d’arte contemporanea con un regolare ricambio di dipinti, sculture e fotografie. Nella Warmington House dello stadio il gioco del calcio si fa letteralmente arte grazie ad installazioni dall’estetica riconoscibile e mai banale, tra palloni di cuoio e divise da gioco.

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A Winterthur, in Svizzera, nel piccolo Stadion Schützenwiese avviene invece qualcosa di unico. Durante le partite casalinghe dell’FC Winterthur, il club calcistico locale, viene aperto lo stravagante Salon Erika. Si tratterebbe semplicemente di un container dove viene servito prosecco, che però al suo interno ospita una mini galleria dove arte e calcio si incontrano. Le esposizioni sono cicliche e tra le più celebri c’è quella intitolata Fuck Tactics, un Mario Balotelli stilizzato nella sua immortale esultanza a torso nudo, l’astronauta Yuri Gagarin che colpisce il pallone di testa e tante altre cose belle. Un connubio giocoso ed amichevole, uno spazio da vivere durante la partita da più di vent’anni, tutelato dagli stessi tifosi come vero e proprio patrimonio del club.

Spostandoci all’attualità, il club italiano che più di altri poteva essere ricondotto ad iniziative simili è il Como. Proprio qui è visibile dal 15 novembre fino al 22 marzo 2026 la mostra ART IS MY FAVE SPORT. Si tratta di una serie di installazioni che si sviluppano tra gli impianti sportivi razionalistici che più rappresentano la città sul lago, dall’Aeroclub passando per l’immancabile Stadio Sinigaglia. Proprio nella casa del Calcio Como è esposta quella che è probabilmente la maggior attrazione della rassegna artistica: stiamo parlando dell’opera Stadium di Maurizio Cattelan, un calciobalilla per 22 giocatori lungo quasi 7 metri che rappresenta la prima grande opera scultorea realizzata dall'artista nel 1991.

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Ci sono poi situazioni in cui alcuni elementi artistici integrati nella struttura dello stadio con il tempo si sono elevati ad opere d'arte. Un esempio è il mosaico che è stato composto su una delle facciate dell’Estadio Ramón Sánchez-Pizjuán di Siviglia, oggi patrimonio della città. Oppure, sempre in tema di mosaico, sul soffitto della Tribuna Centrale della New Balance Arena di Bergamo è ancora visibile l'opera realizzata in occasione dell'inaugurazione dello stadio nel 1928 come impianto polisportivo. Le strade di calcio e arte poi si intrecciano anche in contesti differenti, come ad esempio accaduto a Lens la scorsa estate dove il Louvre è stato scelto come sede per il lancio della nuova third jersey del club. Infine, c'è la corrente che nasce come tributo sportivo ma che in alcuni casi sfocia in arte: le statue. Da quella dedicata a Thierry Henry all'esterno dell'Emirates Stadium a quella per Diego Armando Maradona piazzata nel tunnel degli spogliatoi dello stadio del Napoli, questi simboli calcistici sono stati in grado di superare i confini dello sport per avvicinarsi al mondo dell'arte.